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11/07/2016 | di Redazione Ruoteclassiche
All’asta la Cisitalia 202 CMM ex Taruffi
Per la prima volta viene proposta in un’asta pubblica una delle pietre miliari dell’evoluzione dell’aerodinamica applicata alle quattro ruote. Un’occasione rara per portarsi a casa un mito, portafogli permettendo. La base d’asta parte dai due milioni di dollari.
11/07/2016 | di Redazione Ruoteclassiche

Per la prima volta viene proposta in un’asta pubblica una delle pietre miliari dell’evoluzione dell'aerodinamica applicata alle quattro ruote. Un’occasione rara per portarsi a casa un mito, portafogli permettendo. La base d’asta parte dai due milioni di dollari.

Inizia con un autentico fuoco d’artificio la serie di annunci che anticipano le aste d’agosto fissate in concomitanza con il Concorso di Eleganza di Pebble Beach. Gooding & Co. porterà infatti all’incanto una delle auto più leggendarie del made in Italy dell’immediato dopoguerra: la Cisitalia Aerodinamica progettata da Giovanni Savonuzzi che Piero Taruffi guidò con poco successo nella Mille Miglia del 1948.

Costruita in soli tre esemplari, la Cisitalia 202 CMM (Coupé Mille Miglia) rappresenta uno degli esempi più riusciti di applicazione degli studi dell’aerodinamica nel mondo dell’auto. Il suo progetto risale al 1946 quando, terminata la guerra, Piero Dusio, fondatore della Cisitalia, decise di essere presente con una sua vettura nell’anno della ripresa della Mille Miglia dopo l’interruzione (nel 1941) provocata dal conflitto mondiale. L’appuntamento è per il 1947, ma già nel 1946 Dusio aveva realizzato, con la collaborazione di Dante Giacosa, la D46, una monoposto dotata di un rivoluzionario telaio a traliccio di tubi. Con il motore della Fiat 1100 B elaborato in molte parti (testata, lubrificazione, organi in movimento) riusciva a raggiungere i 170 km/h.

Nel 1947 l’arrivo in Cisitalia di Savonuzzi in sostituzione di Giacosa, tornato in Fiat, corrispose con la trasformazione della D46 in una berlinetta a due posti. Carrozzata dal carrozziere Rocco Motto di Torino, aveva una sorta di gobba sulla coda che non la rendeva molto gradevole da guardare. Bellezza e funzionalità non si combinavano bene ma l’efficienza aerodinamica superiore era evidente. Fu definita “Berlinetta a cassone”.

Anche Savonuzzi non ne era soddisfatissimo e modellò con le proprie mani una seconda versione. La Tipo 202 CMM fu costruita nel marzo del 1947 da Alfredo Vignale negli Stabilimenti Pininfarina sulla base di un telaio 001/CMM. Nacque così la Tipo 202 CMM, una vettura molto aerodinamica e innovativa, con una coda filante e due pinne posteriori molto vistose che ricordano quelle degli squali. La loro funzione è la stessa svolta dagli stabilizzatori direzionali sugli aeroplani, ovvero di mantenere l’assetto della vettura costante anche alle elevate velocità.

E se la “berlinetta a cassone” aveva fatto registrare sulla Torino-Milano velocità di punta superiori ai 150 km/h, questa versione, dotata dello stesso motore 4 cilindri di 1089 cm3 ma più evoluta dal punto di vista aerodinamico, riuscì ad arrivare addirittura a 201 km/h. Quarant’anni dopo un test nella galleria del vento di Pininfarina, rivelerà che aveva un CX di 0,29, pari a quello delle migliori berline degli anni ’90.

Piero Taruffi, che la portò in gara alla Mille Miglia del 1947, dovette ritirarsi a Cattolica per la rottura di un pistone. Un peccato, perché fino a quel momento era al comando della gara. La stessa sorte capitò anche alla terza e ultima berlinetta aerodinamica l’anno successivo, sempre guidata da Piero Taruffi. E proprio quella vettura (telaio 002/CMM) andrà in asta il 20 agosto da Gooding & Co.

La Casa d’aste statunitense non ha ancora rilasciato le informazioni complete sul vissuto di questa Cisitalia Tipo 202 CMM. Per ora si sa solo che ha fatto parte per molti anni di una collezione giapponese. E che la stima d’asta varia dai due ai tre milioni di dollari.

Gilberto Milano

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