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07/11/2006 | di Redazione Ruoteclassiche
LA COLONNA PORTANTE
Un’esile carrozzeria, un piccolo motore, due longheroni per telaio: tutta qui la vetturetta che resse sulle spalle le sorti dell’inglese Riley. In realtà era molto robusta e arrivava sempre al traguardo. Preparata da gara toccò i 158 km/h. Eccellente per una “1100” Se non ci fosse stata lei, non ci sarebbe probabilmente stata nemmeno una […]
07/11/2006 | di Redazione Ruoteclassiche

Un'esile carrozzeria, un piccolo motore, due longheroni per telaio: tutta qui la vetturetta che resse sulle spalle le sorti dell'inglese Riley. In realtà era molto robusta e arrivava sempre al traguardo. Preparata da gara toccò i 158 km/h. Eccellente per una "1100"

Se non ci fosse stata lei, non ci sarebbe probabilmente stata nemmeno una storia agonistica del marchio Riley. Prima della nascita della "9 Brooklands", infatti, i modelli sportivi della Casa di Coventry si erano cimentati in varie competizioni, senza però lasciare il segno. Il progetto della "9" viene ultimato già nel 1925 e nasce completamente "in famiglia": Percy Riley progetta il motore, mentre il fratello Stanley "firma" l'autotelaio.

Per l'epoca, il nuovo "1100" è modernissimo: ha le valvole in testa, montate a V di 90° per favorire la combustione, e addirittura due alberi a camme comandati da ingranaggi. La prima "9" del 1926, la "Monaco", ha una potenza di soli 34 CV ed è anche abbastanza pesante, ma la "Brooklands", presentata nel 1927 e prodotta dall'anno seguente, è molto più leggera e può disporre di 50 CV a 5000 giri. Ciò fa sì che dal lancio al 1934 la "Brooklands" sia pressoché imbattibile nella sua categoria: il primo esemplare impiegato in gara è cronometrato a 98,62 miglia orarie (158 km/h)! Nel 1928 è davvero un'enormità.

Simili prestazioni, comunque, non vengono raggiunte a discapito dell’affidabilità. La fama di robustezza della "9" fa sì che venga scelta anche per impegnativi raid, fra cui la traversata dell'Australia coast to coast in soli due giorni e otto ore e il viaggio da Singapore a Londra (17.600 km di strade spesso impossibili).

La vettura del nostro servizio è una delle non meno di 100 e non più di 200 roadster prodotte; appartiene al collezionista Giorgio Marchi,risale al 1930 e si presenta in configurazione stradale. Alla guida della Riley, la schiena è dritta, il sedere per terra, il volante in bocca e non si trova un centimetro libero vicino ai pedali; se si è in due, bisogna guidare con la sola mano destra. Ma lo sterzosi riveladiretto e preciso, il motore gira come un orologio, il cambio, dalla leva cortissima, è rapido e preciso e persino i freni non sono niente male.

Motore Anteriore, 4 cilindri in linea - Cilindrata 1087 cm³ - Alesaggio 60,3 mm - Corsa 95,2 mm - Potenza 50 CV a 5000 giri/min - Rapporto di compressione 6,5:1 - Due carburatori orizzontali SU oppure Solex - Due alberi a camme laterali, valvole in testa a V di 90°.
Trasmissione Trazione posteriore - Cambio a quattro marce + RM - Comando a leva centrale - Frizione monodisco a secco - Pneumatici 27x4.40 oppure 4.50x19.
Corpo vettura Roadster 2 posti, 2 porte - Telaio a longheroni e traverse - Sospensione anteriore ad assale rigido, balestre e ammortizzatori a frizione - Sospensione posteriore a ponte rigido, balestre e ammortizzatori a frizione - Freni a tamburo con comando meccanico a cavo - Freno a mano meccanico.
Dimensioni e peso Passo 2438 mm - Carreggiata anteriore 1213 mm - Carreggiata posteriore 1213 mm - Altezza 915 mm (parabrezza esclusi) - Peso in ordine di marcia 715 kg.
Prestazioni Velocità circa 130 km/h - Consumo medio 12 l/100 km.

TAGS Riley
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