Autobianchi A111, la Primula insegna - Ruoteclassiche
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01/05/2019 | di Alfredo Albertini
Autobianchi A111, la Primula insegna
L'esperimento della trazione anteriore sulla Primula alla fine degli anni 60 incoraggia l'Autobianchi a lanciare sul mercato un'altra "tutto avanti", la A111.
01/05/2019 | di Alfredo Albertini

L'esperimento della trazione anteriore sulla Primula alla fine degli anni 60 incoraggia l'Autobianchi a lanciare sul mercato un'altra berlina "tutto avanti", la A111. Carrozzeria tradizionale a tre volumi, tanto spazio e un design elegante ne faranno l'anello di congiunzione ideale tra le Fiat 124 e 125.

L'Autobianchi A111 arrivò nelle concessionarie nel 1969 e, a seguito della recentissima joint-venture tra Fiat e Citroën, che prevedeva l'accorpamento delle reti vendita del marchio di Desio con quello francese, negli autosaloni la si poteva vedere accanto alla GS e alla DS.

Trazione anteriore: sì o no? In realtà, il progetto di berlina a tre volumi che ha dato alla luce l'A111 risaliva a qualche anno prima e, più esattamente, al 1961, quando in Fiat iniziò la vera sperimentazione della trazione anteriore per un modello di grande serie. A quel tempo, e anche nel periodo precedente, la disposizione tutto avanti non era tra le priorità della Casa torinese, che anzi mostrava, nei vertici aziendali, una certa diffidenza nei suoi confronti. L'ingegner Giacosa, alla cui direzione tecnica sono dovuti molti modelli di grande successo della Fiat, dalla 500 Topolino alla 128, ne era invece un fautore.

Una nuova sfida. Quando si decise di adottare la trazione anteriore non su un modello Fiat ma su un modello Autobianchi, vennero preparati alcuni prototipi, uno dei quali darà vita nel 1964 alla Primula. Un altro, definito con il codice G.123 E4, riguardava invece un'inedita berlina a tre volumi. Questo progetto venne inizialmente accantonato e ripreso solo quando fu deciso di sostituire la Primula con un modello più moderno e di classe superiore.

Anello di congiunzione. Il 1969 fu del resto un anno molto importante per la Fiat, che presentò modelli come la 130, la 128, la Dino 2.4 e le Autobianchi A112 e A111. Il prototipo G.123 E4 aveva, rispetto alla Primula, carrozzeria più tradizionale e venne aggiornato in alcuni dettagli per poter essere industrializzato. La nuova berlina si posizionava per finiture e prestazioni un gradino sopra alla 124 e si avvicinava alla 125, offrendo però la novità, come detto, della trazione sulle ruote anteriori. L'A111 costava 1.316.000 lire, contro 1.077.000 della 124 e 1.355.000 lire della 125.

Pensata per la famiglia. La prima serie aveva paraurti con i rostri, fanali posteriori un po' piccoli e una linea decisamente squadrata, con fari rettangolari e mascherina a listelli orizzontali. Le dimensioni erano compatte: lunghezza 4,02 metri, larghezza 1,61 metri. All'interno la nuova Autobianchi sorprendeva di più grazie alla buona abitabilità per quattro persone e le ottime finiture con cruscotto in legno nella fascia centrale, strumentazione completa con contagiri, moquette al pavimento, rivestimento dei sedili in finta pelle, misto panno-finta pelle o tutto panno. La leva del cambio era piuttosto lunga e le marce erano quattro. Grande il bagagliaio, adatto a una famiglia e capace di caricare valige per 345,7 dm³ (dato della prova di Quattroruote del settembre 1969).

Made in Desio. Dal punto di vista tecnico, l'A111 era prodotta nello stabilimento di Desio (Milano), aveva le sospensioni indipendenti all'avantreno e il ponte rigido al retrotreno con balestre. I freni erano a quattro dischi con correttore di frenata posteriore. Il motore era quello della Primula Coupé S: cilindrata di 1438 cm³ e potenza di 70 CV Din. Nel 1970 arrivò il primo e unico aggiornamento che diede vita a una seconda serie che rimase in listino fino alla fine del 1972.

Meno di 60.000. Nel dépliant venne scritto: “A111 ha lo chic delle grandi occasioni, la disinvoltura della vera eleganza, la linea dell'oggetto firmato...”. I piccoli ammodernamenti resero la linea più fresca e comprendevano, all'esterno, paraurti lisci con listello di gomma, fanaleria posteriore raddoppiata, eliminazione della griglia cromata sul cofano e, all'interno, profili di legno anche sulla parte superiore delle portiere, cassettino porta oggetti sotto alla plancia, volante della Fiat 125, nuovi rivestimenti dei sedili, leva del cambio più corta e vicina al guidatore. In tutto ne vennero prodotte meno di 60.000: per questo oggi trovarne una a un raduno o per strada è un evento piuttosto raro.

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