Citroën Traction Avant, storia di un'auto nata avanti - Ruoteclassiche
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15/06/2018 | di Laura Ferriccioli
Citroën Traction Avant, storia di un’auto nata avanti
Parigi, marzo 1933. André Citroën, che già ha dotato le proprie macchine costruite in serie dei più moderni dispositivi, mette al lavoro i suoi uomini migliori, dallo stilista Flaminio Bertoni all’ingegnere Robert Dimitri Sensaud de Lavaud, con l'obiettivo di realizzare un progetto di André Lefèbvre.
15/06/2018 | di Laura Ferriccioli

Parigi, marzo 1933. André Citroën, che già ha dotato le proprie macchine costruite in serie dei più moderni dispositivi, mette al lavoro i suoi uomini migliori, dallo stilista Flaminio Bertoni all’ingegnere Robert Dimitri Sensaud de Lavaud, con l'obiettivo di realizzare un progetto di André Lefèbvre.

Il chiodo fisso della trazione anteriore. Ex-pilota da corsa e progettista aeronautico prestato al mondo dell’automobile, Lefèbvre prima di passare la propria idea a Citroën ne aveva parlato senza successo in casa Renault, dove ha lavorato per un breve periodo. Secondo lui "le ruote anteriori sono quelle che devono imprimere il moto, in modo tale di dirigere la vettura nella direzione impostata dal conducente e non spingerla fuori strada con le ruote di dietro!".

Gestazione a tempo di record. Per la trazione, insomma, è venuto il momento di farsi avanti. Anche perché il costruttore francese del “motore flottante” – ovvero sospeso su supporti elastici che ne riducono le vibrazioni – si dimostra subito entusiasta della proposta. Ed ecco che la squadra di tecnici lavora giorno e notte finché, in un tempo assai breve, la “Traction” (ribattezzata la “7”) vede la luce. E pazienza se è equipaggiata con un cambio meccanico tradizionale anziché automatico con convertitore di coppia come avrebbe dovuto essere: la vettura presenta la rivoluzione ingegneristica della trazione anteriore che influenzerà l’automobile del futuro.

Moderna ed elegante. Innovativa ed elegante, la Traction Avant viene esposta al Salone di Parigi il 3 ottobre 1934, segnando in maniera decisa il panorama automobilistico dell’epoca. È bassa, perché con la trazione anteriore l’albero di trasmissione e del differenziale al ponte posteriore non servono più. Sono scomparsi anche i predellini, dato che non si “sale” ma è sufficiente accomodarsi a bordo, nelle comode poltrone di cui la vettura è dotata. Non solo: la macchina ha una linea filante, visto che Lefèbvre la voleva aerodinamica e Bertoni ha preso spunto dalle forme aggraziate di un cigno nero.

Tecnologia democratica. E, con la sospensione a barre di torsione, la tenuta di strada e una certa comodità di guida sono assicurate. Mentre l’aerodinamica permette di percorrere 13-14 chilometri con un litro di benzina, viaggiando sul filo dei 100 orari. La Traction Avant, in pratica, è un'auto imbattibile e imprendibile. Tanto da essere prediletta dai gangster e successivamente dai cosiddetti “maquis”, i partigiani francesi. In totale ne sono state prodotte quasi 760.000 unità (a 4 e 6 cilindri), carrozzate non solo in forma di berlina ma anche come limousine, familiale, coupé e roadster. Il motto del suo produttore, del resto, è sempre stato di “democratizzare” la tecnologia. Perché, come amava ripetere, «il progresso senza la sua diffusione è nulla».

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