1 febbraio 1985: 30 anni fa la prima vittoria Peugeot al Rally di Montecarlo - Ruoteclassiche
Cerca
Auto / Eventi / News
30/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
1 febbraio 1985: 30 anni fa la prima vittoria Peugeot al Rally di Montecarlo
La Peugeot 205 Turbo 16 di Ari Vatanen comincia bene ma a metà gara, per un timbro sbagliato del navigatore Terry Harryman, si crea un tragico ritardo su Walter Röhrl. Vatanen, serafico, inizia la rimonta. E, approfittando di un errore del tedesco, vince con oltre 5 minuti di vantaggio.
30/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

La Peugeot 205 Turbo 16 di Ari Vatanen comincia bene ma a metà gara, per un timbro sbagliato del navigatore Terry Harryman, si crea un tragico ritardo su Walter Röhrl. Vatanen, serafico, inizia la rimonta. E, approfittando di un errore del tedesco, vince con oltre 5 minuti di vantaggio.

L’1 febbraio del 1985 è una data fondamentale per il marchio Peugeot. Quel giorno di trent'anni fa la casa del Leone conquistò una straordinaria vittoria (la prima della sua storia) al Rally di Montecarlo.

Nel 1984 Peugeot decise il “grande salto” nel mondo delle competizioni rallystiche. Era il periodo delle Gruppo B, vetture a “sperimentazione libera” arrivate a un grado di sviluppo e sofisticazione tali da renderle, come molti le descrissero, più veloci degli stessi riflessi umani. Queste “bestie” da oltre 500 cavalli si basavano su strutture telaistiche ultra-leggere, con motori sovralimentati, trazioni integrali super complesse e un leggerissimo vestito in compositi.

Peugeot, quell’anno, mise su un vero e proprio squadrone: Jean Todt, smessi i panni di navigatore nella categoria, fu nominato numero uno della neonata Peugeot Talbot Sport, una divisione creata ad hoc. L’arma della Casa francese, la nuova 205 Turbo 16, con la utilitaria stradale condivideva il nome e una leggera somiglianza estetica. Sotto la pelle, invece, era un’altra cosa. Debuttò, in ritardo con lo sviluppo, al Tour de Corse dell’84 ma si dimostrò subito straordinaria, vincendo tre gare su cinque (1000 Laghi, San Remo, RAC Rally).

Al via dell’edizione numero 53 del Rally di Montecarlo, si presentarono 3 Peugeot 205 Turbo 16 EVO2 (evoluzione del model year ’84), affidate ad Ari Vatanen-Terry Harryman (telaio C11), Timo Salonen-Seppo Harjanne (telaio C10), Bruno Saby-Jean François Fauchille (telaio C6).

La gara si sviluppava su un percorso di 3883 km (tappa di concentrazione inclusa) dei quali 860 spalmati su 33 prove speciali (e, di queste, 25 con neve).

Alla partenza Ari Vatanen scatenò da subito la 205 e, nonostante gli attacchi di Walter Röhrl con l’Audi Quattro, arrivò a creare, a 1/3 di gara, oltre 2 minuti di vantaggio. Ma a causa di un timbro sbagliato di Harryman, a Gap, il pilota tedesco passò in testa con quasi 5 minuti sulla Peugeot inseguitrice.

Nel libro “205 Storia di una Sfida”, Jean Todt ricorda l’atmosfera di tragedia nella squadra e, d’altro canto, la sicurezza di Vatanen: “Gap… Hotel de la Paix, Vatanen e Harryman mi prendono da parte per annunciarmi una cosa spaventosa. Terry ha timbrato con quattro minuti d’anticipo. Nei rally i minuti d’anticipo contano doppio. Il risultato è otto minuti di penalizzazione in tempo reale. Reclamo e mi metto a calcolare: numero di chilometri rimanenti della prova di classificazione, media dello scarto Vatanen-Röhrl. La posta è impossibile: Ari è condannato al secondo posto. Prima della partenza, Ari mi spaventa: “Vinceremo comunque”.”

Con oltre 8 minuti di svantaggio, Vatanen riprese la corsa, rosicchiando continui secondi a Röhrl e inducendolo, alla fine, all’errore: nella speciale Théniers-Toudon arrivò ad accusare un ritardo sul finlandese di quasi due minuti e mezzo. Ipotecato, di fatto, il rally, Vatanen prese ulteriormente il largo e chiuse la corsa con un vantaggio di 5 minuti e 17 secondi sul suo diretto inseguitore. Nella classifica generale, le tre Peugeot ufficiali occupavano i primi 5 posti, un risultato davvero eccezionale nella corsa, di fatto, più importante di tutto il Mondiale rally.

Sviluppata sulla base del regolamento “libero” del Gruppo B, la versione da corsa “Evo” (distinta dalla stradale costruita in almeno 200 esemplari per obbligo di omologazione in corsa) era basata su un traliccio tubolare con motore sistemato in posizione centrale-trasversale. Questo era un 4 cilindri 16 valvole con turbocompressore KKK (pressione a 1,4 bar) per oltre 350 CV di potenza e meno di 1000 kg di peso. La trasmissione consisteva in un sofisticato sistema con tre differenziali, con maggiore coppia sul posteriore, e cambio meccanico a 5 marce posizionato subito dietro le spalle del pilota.

Al Tour de Corse 1985, un anno dopo l’esordio, fu schierata la 205 T16 Evo2, caratterizzata da una carrozzeria molto più vistosa, motore con turbo portato a maggiore pressione, telaio con acciaio e fibra di carbonio, peso inferiore a 950 kg e 560 cavalli di potenza.

Questa vettura, analogamente all’Audi S4, sono considerate l’apice dello sviluppo del Gruppo B. Dopo il tragico incidente al Tour de Corse ’86, quando Henri Toivonen e il suo navigatore Sergio Cresto persero la vita in un drammatico incidente, la serie fu soppressa.

Alvise-Marco Seno

COMMENTI
In edicola
Segui la passione
Aprile 2024
Protagonista della copertina di aprile è l'ultima De Tomaso Pantera costruita. Regina è la Mercedes 500/540 K, poi vi presentiamo l'unica Porsche 917 stradale allestita dalla Casa, la più sportiva delle Alfa Romeo 155, la Turbo Q4 e il Test a test fra Mitsubishi 3000 GT e Toyota Supra
Scopri di più >