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07/10/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Buon sessantesimo, Citroën DS!
La Citroen DS rivoluzionò i concetti stilistici e tecnici delle auto fino ad allora prodotte aprendo un nuovo capitolo nel mondo dell’auto. Era il 1955 ed è facile intuire lo stupore del pubblico di allora di fronte alle forme avveniristiche di un’auto che nessuno si era mai immaginato prima. La DS, infatti, non era una concept car ma un’auto entrata subito in produzione. Un azzardo che portò alla Casa francese un successo commerciale enorme e una fama eterna nella storia dell’auto.
07/10/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Il 6 ottobre di sessant’anni fa veniva presentata al Salone di Parigi la Citroën DS 19. Un evento che passò alla storia e che segnò la fine di un’epoca automobilistica e ne aprì una nuova.

La Citroen DS rivoluzionò i concetti stilistici e tecnici delle auto fino ad allora prodotte aprendo un nuovo capitolo nel mondo dell’auto. Era il 1955 ed è facile intuire lo stupore del pubblico di allora di fronte alle forme avveniristiche di un’auto che nessuno si era mai immaginato prima. La DS, infatti, non era una concept car ma un’auto entrata subito in produzione. Un azzardo che portò alla Casa francese un successo commerciale enorme e una fama eterna nella storia dell’auto.

Di lei abbiamo parlato abbondantemente su Ruoteclassiche, in particolare sul numero di Luglio 2015. Oggi invece vogliamo ricordarla attraverso dieci versioni speciali meno note, alcune molto rare, realizzate sulla base del modello di serie. Le varie interpretazioni, per la maggior parte opera di Henri Chapron, il carrozziere di fiducia della Casa francese, sono riportate nella gallery, insieme alle singole descrizioni. Le vetture sono state fotografate (foto di Alberto Dedè) il mese scorso al Chantilly Art & Elegance, l’evento francese che si è tenuto per la seconda volta al Castello di Chantilly, nei pressi di Parigi (ne parliamo su Ruoteclassiche di ottobre) dove concorrevano in una sezione speciale dedicata a loro.

1) CITROËN DS 19 CHAPRON LA CROISETTE, 1961
È il modello più riuscito di Henri Chapron, frutto di un continuo lavoro di perfezionamento rispetto alla prima versione del 1958 (vedi). Le portiere si sono allungate, è cambiata l’altezza del parabrezza, la posizione degli indicatori di posizione e la parte posteriore è in un unico pezzo, perdendo la modanatura verticale che caratterizza alcune realizzazioni precedenti. Caratteristiche che la rendono più elegante e leggera e che hanno convinto la giuria di esperti ad assegnarle il primo premio di classe.

2) CITROËN DS 19 CHAPRON CONCORDE, 1963
Il nome prende spunto da quello della prestigiosa piazza parigina. Si tratta di una coupé quattro posti, con parabrezza e lunotto molto abbassati che tuttavia mantengono un margine di altezza sufficiente per permettere ai passeggeri posteriori di viaggiare comodamente in un ambiente molto luminoso. Una variante che la stessa Citroen avrebbe potuto produrre se solo le catene di montaggio di allora fossero state più adattabili alle modifiche. La giuria ha premiato questo modello con il secondo premio di classe.

3) CITROËN DS 19 CHAPRON LE PARIS, 1960
Dopo aver creato la Cabriolet, Henri Chapron si cimenta su una versione coupé della DS19. Siamo nel 1960. Il nome è legato a un luogo come spesso accade con le sue creazioni, e per questo modello è stato scelta la città simbolo, la più rappresentativa dell’eleganza e del piacere: Parigi. La Le Paris è stata premiata dalla giuria con il terzo premio speciale di classe.

4) CITROËN DS 19 CHAPRON CABRIOLET, 1958
La prima leggendaria creazione di Henri Chapron su base DS19. Nel 1958 il modello che lo renderà famoso è ancora una creazione originale, ma qualche anno dopo la stessa Casa lo integrerà nella propria gamma, contribuendo alla fortuna economica del suo autore.

5) CITROËN DS 19 CHAPRON LE CADDY, 1965
Lanciata nel 1960, qui è nella versione model year 1965. In questa versione è ancora la parte posteriore a cambiare, con linee più arrotondate e meno fuggenti nel quale spicca un accenno di pinna di influenza statunitense. Molto più curati anche gli interni con strumentazione Jager e una ricca dotazione di accessori. Compresi i poggiatesta.

6) CITROËN DS 21 PRESIDENTIELLE, 1968
Non è chiaro se dietro questa realizzazione ci sia stata una richiesta ufficiale di Georges Pompidou, allora Primo ministro della Repubblica francese, resta il fatto che la DS Presidentielle era destinata al Presidente della Repubblica Charles De Gaulle, al quale non è mai piaciuta. Questo a causa del vetro divisorio interno non discendente che, secondo il suo chauffeur Paul Fontenil, gli provocava “il terrore di rimanere bloccato all’interno”. Realizzata nell’atelier di Chapron su progetto Citroen, misura 6,35 metri di lunghezza, un record per una vettura presidenziale.

7) CITROEN DS 21 CHAPRON LORRAINE, 1971
Il tetto diritto, le portiere alte e un nome che ricordava un passato militare, la DS Lorraine era la vettura prediletta dai membri del governo francese, oltre che del Generale De Gaulle. Nera, naturalmente.

8) CITROËN DS GROUPE V “TAP”, 1972
Tra I numerosi modi a disposizione per alleggerire un’auto la Citroën scelse quello più radicale: l’accorciamento. La DS Tap misura infatti 60cm meno della versione di serie e qualche decina di chili più leggera. Oltre che rinforzata nelle sospensioni. Dotata di un motore da 190 cv ha partecipato al Rallye de la Tap (Trasportes aeros portugueses), una delle gare del Campionato europeo, poi diventato Campionato del mondo.

9) CITROËN DS PROTOTYPE CHAMONIX, 1972
Versione corta dotata di motore sei cilindri Maserati da 250 CV, era stata preparata per la Ronde Chamonix, gara sul ghiaccio, dove giungerà seconda grazie all’abilità del pilota svedese Bijorn Waldegard. E alle qualità delle sospensioni della DS che gli consentiranno di raggiungere il traguardo su tre ruote.

10) CITROËN DS 21 CHAPRON LE LÈMAN, 1973
Chapron chiude l’epopea della DS con una versione coupé che mette ancora più in risalto le performances e la leggendaria tenuta di strada della vettura francese. Il risultato è una due porte molto esclusiva che all’epoca costa il triplo di una DS di serie.

Gilberto Milano

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