Giulietta Sprint, e il bialbero suona il rock - Ruoteclassiche
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23/04/2018 | di Paolo Sormani
Giulietta Sprint, e il bialbero suona il rock
Il clip di questa settimana lo racconta - eccezionalmente e in prima persona - il suo protagonista, Mauro Ermanno Giovanardi, una delle più voci più belle e profonde del rock italiano. “Se perdo anche te” è tratto dal suo album “Ho sognato troppo l’altra notte?” ed è una versione della cover di Gianni Morandi del 1966 sull’originale “Solitary Man” di Neil Diamond.
23/04/2018 | di Paolo Sormani

Il clip di questa settimana lo racconta - eccezionalmente e in prima persona - il suo protagonista, Mauro Ermanno Giovanardi, una delle più voci più belle e profonde del rock italiano. “Se perdo anche te” è tratto dal suo album “Ho sognato troppo l’altra notte?” ed è una versione della cover di Gianni Morandi del 1966 sull’originale “Solitary Man” di Neil Diamond.

"Abbiamo girato il video in una domenica di maggio inoltrato. Con la regista Chiara Battistini volevamo ricreare l’atmosfera, le sensazioni del disco, che per me è stato un personale viaggio nella seconda metà degli anni Sessanta, quelli dei gruppi Beat, dei Sanremo in bianco e nero con Endrigo e Tenco, di Mina e dello Studio 1.

Gli argini del Po in provincia di Piacenza sono un luogo senza tempo che riproduce la patina di quell’immaginario, con i titoli alla Sergio Leone. La Giulietta Sprint seconda serie era più vecchia di me di soli tre mesi, marzo 1962. È stato divertente guidarla, ma solo dopo mezz’ora. All’inizio no, non avevo mai guidato un’auto con i freni a tamburo e dovevo guidare a un metro e mezzo dalla monovolume con l’operatore.

La Giulietta era una figata, ma non frenava! Alla fine però è stato divertente. Io avrei voluto la macchina di Diabolik, la Jaguar E-Type Coupe, oppure la MG B spider. Inizialmente doveva esserci anche Gianni Morandi. Quel pezzo è una sua versione che diventò famosissima, perché era sul retro del 45 giri di “C’era un ragazzo che come me”, che inizialmente fu censurata, quindi la radio passava il lato B.

Da bambino l’avrò suonato migliaia di volte nel mangiadischi di mia madre… Nel finale avrei dovuto fermarmi alla stazione di servizio dove avrei trovato Morandi in tuta da benzinaio. A lui era piaciuta un casino l’idea, ma quella domenica non poteva esserci, così abbiamo sviluppato l’idea del doppio".

Paolo Sormani

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