Rétromobile, all'asta la California Spider di Alain Delon - Ruoteclassiche
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28/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Rétromobile, all’asta la California Spider di Alain Delon
Tra le numerose vetture della collezione di Roger Baillon che la casa d’aste Artcurial manderà all’incanto venerdì 6 febbraio a Parigi, durante Retromobile, c'è anche la Ferrari California Spider appartenuta ad Alain Delon. Quotazione tra i 9,5 e i 12 milioni di euro.
28/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Tra le numerose vetture della collezione di Roger Baillon che la casa d’aste Artcurial manderà all’incanto venerdì 6 febbraio a Parigi, all’interno della manifestazione Rétromobile, c’è anche un pezzo da novanta destinato a far clamore: la Ferrari 250 GT SWB California Spider del 1961 appartenuta per alcuni anni al divo del cinema francese Alain Delon.

Come le altre 59 vetture della collezione Baillon, anche questa Ferrari è stata ritrovata lo scorso settembre all’interno di un cascinale semiabbandonato nel quale Roger Baillon aveva ricoverato le sue auto nell’attesa, poi delusa, di creare un museo ad hoc. Il fallimento della sua azienda lo ha costretto ad abbandonarle a se stesse e alle intemperie del tempo (44 anni) che ha provocato danni irreparabili a quasi tutte (ne parliamo diffusamente nel numero di Ruoteclassiche di febbraio). Si è salvata casualmente solo questa Ferrari, ospitata in un box coperto e sotto pigne di riviste d’epoca (le malelingue sospettano, al contrario, che l’auto sia stata inserita nella collezione poco prima del ritrovamento).

Di fatto, questa California carrozzata da Scaglietti su telaio corto in 52 esemplari, dei quali 37 con i fari carenati, è giunta a noi in condizioni di conservazione discrete, originale in ogni sua parte, con gli interni in condizioni accettabili nonostante sia stata “abbandonata” per 44 anni e facilmente ripristinabile anche nella parte meccanica. La versione con i fari carenati, inoltre, è anche la più ricercata e più quotata in virtù dell’eleganza superiore che questa soluzione portava a un modello di per sé già ritenuto il più riuscito e affascinante di tutta la produzione Ferrari. Oltre che raro.

Artcurial la stima tra i 9.500.000 e i 12.000.000 euro. Che, considerando le sue condizioni di conservazione ma anche il fatto che le California sono le Ferrari stradali più care, rappresenta una cifra molto alta, nella quale gioca un ruolo importante l’effetto Delon, un divo così affascinante da fare strage di cuori come pochi altri.

Probabilmente non si arriverà alle percentuali di “rivalutazione” a cui ci ha abituato il Re Mida del settore, Steve McQueen, il cui nome provoca impennate tra il 20-25% delle quotazioni rispetto alle medie dei vari modelli interessati, ma anche Delon promette bene. Nel 2012, sempre a Parigi con Artcurial, una Ferrari Testarossa che Delon aveva acquistato di seconda mano nel 1989 e giudicata in ottime condizioni, è stata battuta a 162.000 euro a fronte di una valutazione media massima di 80.000 euro. La stima massima di Artcurial è già comunque oltre la media del modello. Lo scorso anno un esemplare simile è stato battuto a 11,38 milioni di euro a Pebble Beach, completamente restaurato e certificato da Ferrari Classiche.

Delon acquistò la 12 cilindri di Maranello nel 1963 dall’attore Gérard Blain. Delon aveva già girato “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, film che diede una forte accelerazione alla sua carriera di attore, “L’eclisse” di Michelangelo Antonioni, ed era appena uscito “Il Gattopardo”, ancora di Visconti. All’epoca flirtava con Jane Fonda, come si vede in numerose foto in Ferrari con lui. Fu la volta poi di Shirley MacLaine (anche lei ritratta sulla Ferrari) quindi della moglie Natalie con la quale fece un viaggio in California sulla Ferrari spedita appositamente dall’Europa.  

Nel 1965 Delon si separa dalla Ferrari California, che vende a un commerciante di vetture di prestigio parigino. Da allora la California subirà  diversi passaggi di mano, tra cui quelle del direttore del Centro Stile Peugeot, Paul Bouvot, ferrarista incallito che sarà criticato in azienda per questa passione, fino al novembre 1971 quando sarà acquistata da Jacque Baillon, figlio di Roger. Il resto è storia attuale.

Gilberto Milano

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