Era il 15 gennaio 1913 quando il pilota Lionel Martin e il meccanico Robert Bamford fondarono a Londra una piccola attività di rivendita e assistenza tecnica per automobili Singer. A spingerli era la passione per un settore all’epoca pioneristico. Non sapevano che erano all’inizio della storia di uno dei simboli del motorismo inglese nel mondo
Oggi sembra impossibile ma c’era un tempo in cui bastavano un sogno e un piccolo garage per darsi alla produzione della propria auto. Fu così che, nel 1913, un meccanico e un facoltoso pilota, i signori Robert Bamford e Lionel Martin, fondarono la loro società, la Bamford & Martin Ltd, con sede a Henniker Place, South Kensington, Londra. Inizialmente la piccola attività consiste nella rivendita e nell’assistenza per macchine Singer. Sarà proprio con una Singer “Ten” preparata nell’officina di Londra con al volante Lionel Martin che la piccola casa inglese conquisterà la sua prima vittoria, il 9 maggio 1914 nel Buckinghamshire alla cronoscalata di Aston Hill. Ironia del destino, sarà proprio questa gara, vinta con una vettura Singer, a dare il nome all’Aston Martin.
Il primo prototipo. I due non si fermarono e decisero di costruire una nuova auto da corsa, questa volta partendo da un motore Coventry-Simplex, un quattro cilindri da 1.486 cm3, e da un telaio Isotta Fraschini “FE”. Eventi più grandi però si affacciarono all’orizzonte e, con l’avvento della grande guerra, l’officina venne riconvertita per la produzione bellica e il prototipo dimenticato.
Il dopoguerra. Al termine del conflitto, nel 1919, venne approntata una nuova vettura soprannominata “Coal Scuttle”, che, grazie a una meccanica tradizionale, gode di grande affidabilità. In questi anni Bamford lascia l’azienda e gli subentra la signora Martin, che porta con sé un ulteriore cambiamento, il trasferimento in una nuova sede in Abingdon Road. Nel periodo che segue, dal 1923 al 1925, vennero prodotte altre 53 auto, tra le quali trova posto lo stesso 4 cilindri da 1.486 cm3 del prototipo d’anteguerra, dotato di valvole laterali, carburatore SU e capace di 35 CV a 4000 giri/minuto, nella maggior parte dei casi montato su un telaio dal passo allungato da 2.670 mm. Il difficile contesto economico del dopoguerra però si fece presto sentire e la piccola azienda iniziò a navigare in cattive acque. Nonostante questo, il quattro cilindri d’origine venne ulteriormente sviluppato e venne dotato di distribuzione bialbero in testa da 16 valvole. Fece il suo debutto al Motor Show di Londra del 1925, solo poche settimane prima che l’azienda fosse dichiarata in fallimento, l’11 novembre dello stesso anno.
Una storia travagliata. Martin abbandonò il mondo delle auto dopo un investimento di centomila sterline, per dedicarsi all’impresa di famiglia attiva nell’estrazione del marmo. Il fallimento non impedì alla Casa di trovare un nuovo futuro nelle mani di altri proprietari, l’Aston Martin fallirà altre volte nel corso della sua storia ma troverà sempre altri investitori ottimisti grazie ai quali ci ha regalato vetture fascinose e senza tempo.