Lancia Beta Coupé Hi-Fi: bassa fedeltà - Ruoteclassiche
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03/06/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Lancia Beta Coupé Hi-Fi: bassa fedeltà
Nel 1981 la Lancia Beta Coupé Hi-Fi veniva realizzata dalla carrozzeria Tickford di proprietà dell'Aston Martin per tentare di riaffermare entrambi i brand, ma le cose non andarono bene...
03/06/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1981 Lancia presentava un’edizione speciale della Beta Coupé chiamata “Hi-Fi”: una serie limitata di 300 unità realizzate dalla Tickford, la carrozzeria dell’Aston Martin.

In piena era Thatcher, anche la Lancia Beta si faceva “punk” nel look: la carrozzeria verniciata in "Red Wine" (rosso vino), i cerchi neri con pneumatici Pirelli P6, le serigrafie dorate e l’alettone posteriore rendevano (fin troppo) vistosa la bella coupè torinese. A corredo, l’impianto audio Voxson Indianapolis era offerto di serie e includeva quattro amplificatori con equalizzatore grafico e antenna elettrica. Come spesso accade, dietro un’immagine forzata si nascondevano grandi fragilità…

Duplice intesa. In quei primi anni ’80 l’economia britannica attraversava una profonda crisi che non risparmiava il comparto auto: la prestigiosa Aston Martin produceva circa quattro vetture a settimana… Numeri che spinsero l’allora direttore Victor Gauntlett ad ampliare le attività della carrozzeria Tickford (di proprietà Aston Martin), realizzando edizioni speciali anche per conto di altri marchi. Tra queste c'era anche la Lancia Beta Hi-FI sviluppata sulla base della Beta 2000 I.E. e venduta attraverso la rete commerciale Fiat-Lancia per il regno unito. L’elegante coupè italiana a fronte di una linea piacevole e un’ottima guidabilità era afflitta tuttavia da ruggine precoce, un difetto esacerbato dal clima britannico e dalla stampa specializzata che contribuì a ledere notevolmente l’immagine del marchio: nel bel mezzo della guerra fredda si diceva addirittura che le Lancia impiegassero metallo di bassa qualità di provenienza sovietica…

L’inizio della fine. Nel 1980 cominciava il declino della Lancia in Gran Bretagna, culminato poi nel 1993 con il ritiro del brand dal mercato britannico. Le vendite della Lancia Beta Coupé nel regno unito furono scarse e molti esemplari rimasero invenduti: queste rimanenze vennero parcheggiate in capannoni se non in campi d’aviazione abbandonati… Per evitare ripercussioni catastrofiche sulla carrozzeria delle Beta Coupé, l’importatore Lancia e la carrozzeria Tickford trovarono l’accordo per smaltire gli stock tra il 1981 e l’82. La Tickford, di proprietà Aston Martin aveva bisogno di visibilità e Lancia di supporto per piazzare le auto invendute. La trovata in realtà fu disastrosa: quando Tickford prese in consegna le Lancia Beta, le auto erano già arrugginite, in quanto molte vetture erano rimaste ferme anche due anni in condizioni non ottimali…. Ne vennero prodotte solo 300, ma è possibile che ne siano state costruite anche molte meno; la livrea sgargiante e l’impianto Voxson non cambiarono di molto la situazione, già alla fine del decennio molti degli esemplari prodotti vennero rottamati. Una vera ecatombe.

Per intenditori. Senza segnare cifre da record, Lancia fino agli anni ’70 faceva breccia tra la piccola borghesia europea in quanto incarnava come pochi altri marchi eleganza, innovazione e qualità: sui mercati esteri i modelli Lancia offrivano una ricca dotazione di serie, con accessori che la concorrenza proponeva a richiesta. Il 2 litri bialbero da 1995 cc e 122 CV assicurava alla bella Lancia Beta Coupé prestazioni brillanti: 185 km/h e uno 0-100 in 10", a cui si sommava un’ottima dinamica di guida, apprezzata sia dalla stampa specializzata che dalla clientela, ma tutto ciò non bastava a cancellare le criticità legate alla ruggine: la Lancia Beta Hi-Fi rappresentò un triste capitolo per la Lancia all'estero, con questo modello venne definitivamente compromessa la prestigiosa nomea del marchio. Si stima che oggi in Gran Bretagna siano sopravvissuti solo due esemplari…

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