La casa d’aste Aguttes presenta all’asta una Cisitalia 202 SC Berlinetta definibile “barn find”, una delle scoperte di quest’anno più affascinanti nel panorama delle sportive italiane del dopoguerra. Identificata con il numero di telaio 019, appartiene al primissimo gruppo di Berlinette costruite e costituisce un riferimento importante per comprendere l’evoluzione iniziale del modello. Rimasta nascosta per oltre cinquant’anni, probabilmente in condizioni di rimessaggio privato, riemerge oggi come un documento autentico del tempo, conservando una patina che la rende particolarmente interessante per chi predilige una vettura con una storia lontana dai riflettori.
Le origini del modello e la rivoluzione del design
La 202 è quasi unanimemente riconosciuta come la vettura più bella della storia, da meritarsi un posto al MOMA di New York, trascendendo il concetto di automobile. La sua carrozzeria dalle linee fluenti, concepita come un unico volume, introdusse un linguaggio stilistico in netto contrasto con la tradizione prebellica. Il profilo aerodinamico, le superfici continue e l’integrazione dei fari nella carrozzeria anticipavano la modernità che avrebbe dominato i decenni successivi. Un risultato così straordinario non poteva che avere alle sue spalle i migliori nomi del tempo: Dusio, Pinin Farina, Savonuzzi, Giacosa, Vignale, che insieme arrivarono a un risultato insuperabile. Prodotta tra il 1947 e il 1952 in circa 170 unità complessive tra coupé e cabriolet, la 202 rappresenta oggi una rarità assoluta. Il telaio tubolare in acciaio al cromo molibdeno, la carrozzeria in alluminio dei primi esemplari e il quattro cilindri 1100 derivato Fiat e accreditato di circa 55 CV contribuivano a un equilibrio tecnico ideale per permettere una carrozzeria così avveniristica per il tempo e anche discrete performance, nonostante la limitata potenza.
Il telaio 019: condizioni, autenticità e particolarità
L’esemplare presentato da Aguttes si distingue in primo luogo per la conservazione dell’abitacolo, rimasto integralmente originale. Materiali, selleria e impostazione interna testimoniano un passato preservato con rispetto, raro tra le 202 sopravvissute, spesso restaurate. La vettura mostra segni del tempo che ne fanno capire il triste trascorso: sotto la verniciatura rossa sono visibili tracce del precedente colore blu, segno di un intervento effettuato molti decenni fa. Il frontale conserva la memoria di un urto mal riparato con una griglia anteriore non corretta, il motore attualmente montato è conforme al tipo ma non è quello originario, pur mantenendo il caratteristico coperchio punterie. Questi elementi ne fanno un’ottima base per un restauro più che per un conservato. La documentazione è uno dei punti di forza della vettura. Una fotografia datata 1951 la colloca già in Francia, mentre la catena di proprietà risulta tracciabile almeno dagli inizi degli anni Settanta. Questa continuità documentale, unita alla sua condizione non restaurata, ne fa un raro caso di “survivor” in un mondo in cui molti esemplari sono stati recentemente rimaneggiati. Il risultato? Venduta a 275 mila € premio d’asta incluso, che, visto il restauro gravoso o conservativo che le spetta, fa ben sperare per “un’opera d’arte” di quasi 80 anni.