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Audi 100 S4: la genesi delle versioni sportive

Al momento di dare la luce a quella che sarà l’ultima generazione dell’Audi 100, gli ingegneri tedeschi si trovarono in una sorta d’impasse: la vettura che doveva essere sostituita – codice interno C3 -, lanciata nel 1982, riscuoteva ancora un buon successo di vendite ed era quindi imperativo non stravolgere una formula vincente, bensì evolverla, soprattutto per quanto riguardava allestimenti, dotazioni e prestigio delle versioni “alto di gamma”. Prese vita così la Audi 100 S4 che segnerà, oltre al nome, un passaggio significativo per quanto riguarda i propulsori.

Di passaggio, ma fondamentale. Introdotta ufficialmente sul mercato nella tarda primavera del 1991, dal punto di vista estetico la 100 S4 si distingueva essenzialmente per i cerchi di lega che ospitavano pneumatici 225/50 R16, per la griglia della calandra a maglie più larghe e il badge che, da questo momento identificherà gli allestimenti sportivi. La 100 S4 è infatti uno spartiacque nella produzione Audi, che supera la “semplice” fama di costruttore di auto di grande qualità, solidità e affidabilità. Insomma, a Ingolstadt si inizia a passare all’incasso, anche proprio attraverso modelli come questi, prestigiosi nell’aspetto e nelle performance, con interni curati e rifiniti, nel caso della S4 arricchiti da sedili sportivi e strumentazione a fondo bianco.

Si parte col 5 cilindri turbo. La 100 S4 abbina la sobrietà estetica a una meccanica raffinata che, inizialmente, riprende totalmente le caratteristiche che avevano definito il marchio nel decennio precedente. Parliamo del motore 5 cilindri in linea, 20 valvole, da 2.2 litri dotato di turbocompressore e intercooler con potenza di 230 CV, abbinato alla trazione integrale Quattro. Bastavano meno di 7 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, grazie anche all’ottimo grip garantito dal sistema Torsen di prima generazione che utilizzava il differenziale centrale a polarizzazione automatica. Anche la velocità massima di 244 km/h (235, nel caso del cambio automatico al posto del manuale a 5 marce) era estremamente elevata per l’epoca.

Con la “Plus” arriva il V8. Disponibile sia in versione berlina sia station wagon, la 100 S4 è oggetto di un cambiamento epocale a partire dal 1992: con la denominazione “Plus” entra infatti in gioco un nuovo motore, un V8 aspirato da 4.2 litri e 280 CV offerto in abbinamento a un cambio automatico a quattro marce, mentre il manuale sportivo a 6 rapporti era disponibile in opzione. Praticamente invariate le prestazioni in accelerazione (0-100 in 6,6 sec), mentre la velocità massima ora sfiora i 250 km/h. Alla guida la presenza del V8 rende la S4 ancora più corposa e prestante, con una tenuta di strada ottimale anche in condizioni di scarsa aderenza. Un elemento che distingueva la “S4” dalle sue concorrenti dirette, rendendola diversa e speciale agli occhi dei proprietari.

Meglio Avant. Prodotta per soli due anni, la 100 S4 non è mai stata una presenza comune dalle nostre parti. E, dopo oltre 30 anni, gli esemplari sopravvissuti si sono ulteriormente ridotti, sia motorizzati con il 5 cilindri turbo sia con il 4.2 V8. Qualche vettura si trova con richieste, rispettivamente, di novemila e dodicimila euro per esemplari in ottimo stato. A proposito, forse è preferibile una bella Avant, prima rappresentante di una stirpe di familiari ad alte prestazioni che ha fatto la storia dell’Audi.

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