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Audi 200 Turbo quattro, dai rally alla strada

Facile citare le imprese delle Audi Sport quattro che, all’inizio degli anni 80, rivoluzionarono per sempre la storia dei rally, grazie alla trazione integrale, e altrettanto facile esaltarsi per le versioni sportive stradali. Forse un po’ meno nel caso di una berlina, l’Audi 200 2.2 Turbo quattro, anche se spinta dal 5 cilindri in linea sovralimentato, protagonista dell’ascesa del marchio tedesco al rango premium.

Design aerodinamico, prestazioni vivaci. È nei primi anni 80 infatti che l’Audi inizia a diventare un costruttore in grado di suscitare un crescente interesse nella clientela che, rimanendo in terra tedesca, si divide equamente tra Mercedes e BMW. Utenza che, nel marchio dei Quattro anelli, intravede un’altra strada, principalmente grazie alla presenza della trazione integrale, abbinata a potenti propulsori turbo. La seconda serie dell’Audi 200, presentata nel giugno del 1983, spicca per forme aerodinamiche moderne, puntando su interni ben costruiti e sulla sicurezza. Alle prestazioni, poi, pensano i 182 CV del 2.144 cm³ dotato di iniezione meccanica Bosch e di turbocompressore KKK. Le prestazioni? Velocità massima di 230 km/h e 0-100 km/h in 8,1 secondi.

La station più veloce. Disponibile anche con carrozzeria “wagon”, che in Audi assume la denominazione “Avant”, la 200 viene aggiornata nel 1987 con l’introduzione del motore 2.2, con potenza che sale a 200 CV, velocità massima superiore ai 230 km/h, mentre lo 0-100 scende di mezzo secondo. Con questi numeri si può capire come mai la reputazione della Casa di Ingolstadt cresca rapidamente, nonostante la 200, anche dopo il restyling, rimanga quasi immutata (affinata) all’esterno, mentre nell’abitacolo vengono adottati un nuovo cruscotto con palpebra avvolgente arrotondata e una plancia rinnovata, più ampia e meno squadrata. Cambia pure il volante, sempre a quattro razze, realizzato in materiali di maggiore qualità.

Venti, velocissime valvole. Viene inoltre introdotto l’allestimento “Exclusiv”, che dona una certa sportività al modello, grazie all’assetto ribassato di 15 mm, cerchi di lega specifici da 15 pollici, passaruota leggermente allargati e pneumatici 205/60. All’interno, sedili dal profilo sportivo, riscaldabili e rivestiti di pelle, abbinati a tetto apribile elettrico e climatizzatore automatico. Altri due anni – ed eccoci al 1989 – e arriva l’ulteriore evoluzione della 200, ovvero la Turbo 20V quattro: grazie alle quattro valvole per cilindro, infatti, la potenza cresce fino a 220 CV (nonostante la presenza del catalizzatore), sufficienti per superare i 240 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in soli 6,6 secondi. Niente male per una berlina dall’aspetto tutto sommato non troppo sportivo.

Penalizzata dalla cilindrata. La carriera della “200” finisce nel 1991 e in Italia, complice la cilindrata superiore ai 2.0 litri, non è mai stata una scelta troppo gettonata: del resto, c’erano sul mercato concorrenti comunque prestanti e dal look decisamente più grintoso. Non è pertanto facile trovarne una da noi, anche se i prezzi sono mediamente abbordabili, variando dai sette-otto mila euro per un esemplare in buone condizioni, fino ai 12-13 mila euro per una “200” in perfetto stato.

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