Le dimensioni, anche in scala 1:18 nella riproduzione realizzata dalla Cult, fanno capire quanto la Austin Metro MG Turbo fosse in bilico tra una velocissima citycar e una pacata utilitaria. La linea è giusta, mentre il colore uniforme tende a celare alcuni dettagli; ben fatta la grafica laterale, ma non essendo “divisa” sui tagli delle portiere, si va a creare un effetto poco piacevole, saldando le linee di apertura. Un neo che si può risolvere con un bisturi, anche se un po’ di attenzione in più avrebbe evitato il problema.
Occhi a posto. Fanaleria anteriore e posteriore sono senza errori, vetrature di ottima trasparenza, belli i cerchi con il logo MG, e pneumatici proporzionati e di qualità. Affascinanti, come sempre, le targhe inglesi. Dall’alto, l’incastro del tetto apribile è molto preciso e permette una buona prospettiva per la “vista” interna. Sul retro l’alettone, sagomato sulla forma del portellone, è preciso e installato con ottima aderenza.
All’interno. La trama dei sedili è molto realistica, compresa la scritta “turbo” su tutte le sedute. Anche i pannelli delle portiere sono stati realizzati con cura. Lievemente sproporzionati i sedili anteriori, mentre il cruscotto è fedele all’originale – con la conformazione “centrata” sul guidatore – e le grafiche della strumentazione sono di buon livello. Non essendo apribile, non possiamo approfondire meglio alcuni aspetti degli interni.
Rara e costosa. Un modello interessante, ottimo se esposto a fianco della versione rally. Il prezzo è elevato: l’assenza di alternative e il listino la collocavano, al lancio, vicina ai 190 euro. Anche se la si cerca spaziando tra i vari colori prodotti – bianca, rossa o nera – è ormai difficile trovarla nei negozi. Occorre affidarsi a internet, al mercato dell’usato, e cercare la migliore offerta.