Pensare che a fine anni Ottanta un Costruttore come la BMW potesse permettersi di allestire una versione della Serie 3 esclusivamente per il mercato italiano e portoghese (causa tassazione pesante per gli “extra 2.0 litri)) sembra quasi fantascienza. Eppure, nel 1987, un anno dopo il lancio della prima, leggendaria M3, fece capolino anche una sigla, 320iS, che oggi identifica una delle E30 più interessanti e ricercate dai collezionisti. Proviamo a capire perché.
Una M3 in incognito. Prendi il motore S14 della M3 – che con i suoi 2.3 litri costringerebbe a pagare un’IVA al 38% – e riportalo a 2.0, la cilindrata dell’M10 dal quale deriva, abbinalo a un cambio sportivo; condisci con l’allestimento estetico M Tech 2 che comprende paraurti maggiorati, minigonne e spoiler posteriore e fai partire il cronometro. Lo 0-100 richiede meno di 8 secondi e la velocità massima sfiora i 230 km/h: con questo biglietto da visita la 320iS si dimostra non solo una sportiva di razza, ma praticamente una M3 in incognito, capace di mettere in imbarazzo fior di sportive.
Ha 192 CV. Quasi scontato, visto che la cilindrata ridotta a 1.990 cm3 comporta la perdita di soli 8 CV rispetto ai 200 della M3 e che quindi ci troviamo al cospetto di uno dei quattro cilindri in linea più cattivi mai realizzati. Meno scontato invece il fatto che la 320iS condivida praticamente tutto con la M3, vedi i bellissimi cerchi di lega BBS con pneumatici 195/65VR14, ma soprattutto quando si sale a bordo, dove l’unica differenza è l’assenza delle M su volante (di pelle a tre razze, ma coi i colori “M”), tachimetro, contagiri e pomello del cambio, mentre ci sono i sedili Recaro e la possibilità di avere il rivestimento di pelle. Tra le poche differenze, le carreggiate più strette e, conseguentemente, i passaruota non allargati.
Quasi tutte da corsa. Tutto è analogico sulla 320iS, con l’Abs disponibile come optional e poche concessioni al lusso, se si escludono le plastiche e gli assemblaggi di qualità ottima, che hanno resistito molto bene al trascorrere del tempo. Anche l’aria condizionata è a richiesta, ma questo non significa che la 320iS sia una sportiva nuda e cruda sotto questo punto di vista – erano presenti chiusura centralizzata, alzacristalli anteriori e specchietti elettrici -, mentre lo è al 100 per cento quando ci si mette al volante. Al tempo se ne accorsero in tanti e come tale la trattarono, ovvero con la stragrande maggioranza degli esemplari trasformati in vetture da cronoscalate, rally o per il campionato turismo.
Praticamente introvabile. La 320iS era disponibile sia a due sia a quattro porte e, in quest’ultima variante di carrozzeria poteva tranquillamente essere scambiata per una pacifica Serie 3. È anche la più rara delle due, in quanto la 320iS è stata realizzata in soli 3.745 esemplari prodotti da settembre 1987 fino a novembre 1990, dei quali 2.540 in versione 2 porte e 1.205 a 4 porte. A questo punto dovrebbe essere chiaro che trovarne una è dannatamente difficile, molto più che imbattersi in una M3, prodotta in oltre 17 mila esemplari. Nel caso, potrebbero non bastare 30 mila euro per un esemplare in ottime condizioni, anche se sarebbero ottimamente spesi.