Il design delle BMW dagli anni 70 fino alla prima metà degli anni 90 non ha subito grandi variazioni, se si ripercorre la storia dei vari modelli. Segnatamente la Serie 5, fedele a un’impostazione che, con la E34, arriva al culmine della sua evoluzione, rendendola una delle preferite dagli appassionati del marchio bavarese.
Su cilindrata e prestazioni. Non fa eccezione la M5, qui alla seconda generazione, introdotta sul mercato nel settembre 1988 ed equipaggiata con il 6 cilindri in linea già bandiera della prima versione del modello – ultimo derivato da quello della supercar M1 -, inizialmente aumentato di cilindrata a 3.535 cm³, utilizzando anche un nuovo albero motore di acciaio forgiato. Altre modifiche a quello che viene identificato con la sigla S38B36, includono nuovi alberi a camme, un rapporto di compressione aumentato a 10:1 e la centralina Bosch Motronic: il risultato è una potenza di 315 CV che si traduceva in uno 0-100 in 6,3 secondi e una velocità massima 250 km/h (autolimitata), raggiunta snocciolando i 5 rapporti del cambio manuale.
Cerchi a ventola. Come nella serie precedente, anche qui poco o nulla dall’esterno suggeriva di essere al cospetto della più potente e veloce tra le Serie 5: solo paraurti leggermente più avvolgenti e copriruota M System dal disegno a ventola, il cui scopo è quello di convogliare l’aria verso i freni per migliorarne il raffreddamento. Al posteriore, solo una coppia di scarichi e nemmeno un accenno di spoiler, all’insegna della massima sobrietà, caratteristica che si ritrova anche nell’abitacolo, con pochi dettagli, ovvero volante e sedili anteriori sportivi, oltre a finiture più curate.
La 3.8 ha 340 CV. Nel 1992, in occasione del restyling, due importanti novità allietano la clientela BMW, sia quella più affamata di cavalli sia quella con prole a carico: per i primi, l’aumento della cilindrata a 3.795 cm³ fa toccare i 340 CV, con lo 0-100 che scende sotto i 6 secondi, mentre l’introduzione della versione Touring inaugura la stagione delle station wagon “da corsa” anche a Monaco di Baviera. A causa delle norme antinquinamento più severe che in Europa, la 3.8 non sarà mai commercializzata negli States, mentre, con 3.910 esemplari (meno della metà rispetto alla versione da 3.5 litri), arriverà fino all’agosto 1995. Solo 891 di essi saranno Touring, rendendo la prima M5 station uno dei modelli più rari del marchio.
Serie speciali. Tra le altre novità introdotte tra il 1991 e il 1994, prima di uscire di scena, il cambio Getrag a 6 velocità, cerchi di lega da 18” dal disegno più tradizionale e le sospensioni attive. Oltre a varie serie speciali: quelle prodotte nel minor numero di esemplari – rispettivamente, in 22 e 20 – sono la “Cecotto Edition” e la “20 Jahre Motorsport Edition”, che si distinguevano per colori esclusivi e accessori come sedili riscaldati, pannelli del cruscotto di fibra di carbonio, cinture di sicurezza rosse ricamate con la scritta “BMW Motorsport” e specchietti retrovisori M-Technic. Dicevamo che questa generazione della M5 è molto apprezzata dai collezionisti e le quotazioni le dimostrano: si va dai trentamila euro per una “3.5”, agli oltre quarantamila euro per una “3.8” (a patto di trovarne una).