A quasi tre mesi dall’entrata in vigore della Legge di Stabilità, che ha imposto il pagamento del “bollo pieno” anche per le auto con età compresa tra i venti e trent’anni, la situazione è tutt’altro che risolta. Proviamo a fare chiarezza riportando gli sviluppi che ci vengono via via segnalati dalle varie regioni. Due i più recenti: uno riguarda la Regione Toscana, che ha deciso di abolire la normativa previgente, che prevedeva l’esenzione dalla tassa automobilistica e il pagamento di una quota forfettaria di 63 euro per gli autoveicoli e di 26,25 per i motoveicoli, accogliendo l’indicazione del Governo di prevedere la tarfiffa piena per il bollo delle auto dai 20 ai 30 anni. L’altro riguarda la Basilicata che ha adottato l’esenzione per le “ventennali” solo se iscritte in uno dei registri Asi, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, Storico Fmi, al 31.12.2014”. Questi veicoli, in caso di utilizzazione, pagheranno una tassa di circolazione forfettaria di 25,82 euro.
L’ultima notizia riguarda una richiesta di chiarimento avanzata dall’architetto Marco Galassi, presidente del Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca, a Massimo Garavaglia, Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia.
Ecco un estratto della lunga lettera i Galassi:
Dagli incontri avuti in Regione e dalle notizie divulgate e apparse sul sito stesso della Regione Lombardia era emerso che la Legge di Stabilità non poteva influire sulle quelle Regioni (tra le quali la Lombardia) che si erano già dotate di una propria legge specifica
Ora, come certamente Lei saprà, con question time del 25 febbraio 2015 (riportato nella Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio scorso) il Ministero dell’Economia ha dichiarato “che le Regioni non possono disciplinare la materia in contrasto con la norma statale e che quindi non può prevedere esenzioni a meno che la legge statale non lo disponga”. Non è chiaro se questo si applica a tutte le Regioni o solo a quelle che non si erano già dotate di apposita legge. Come ben sappiamo dietro a questa storia c’è la lotta di potere di Aci contro Asi. A nome degli oltre 2000 soci iscritti al nostro sodalizio (C.M.A.E. – Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca) le chiedo un parere del suo Assessorato in merito alla questione e se è in grado di fornirci un chiarimento in modo che io possa veicolarlo a tutti gli interessati.
E qui riportiamo la riposta dell’Assessore Garavaglia:
Nonostante le novità introdotte dalla Legge di Stabilità, per tutti i suoi soci non cambia nulla. Mi spiego: il Governo ha aumentato l’età di esenzione dal bollo per le auto da 20 a 30 anni. Queste modifiche valgono per il bilancio dello Stato – e non delle Regioni! – 70 milioni di euro di maggiori entrate (quindi il maggior gettito specifico le Regioni dovranno riversarlo allo Stato). Fortunatamente, la modifica della norma fatta dal Governo Renzi non ha toccato, probabilmente per una svista, ma meglio così, il comma riguardante le auto iscritte ai registri storici. Abbiamo analizzato la normativa regionale vigente in merito alla storicità e, al fine di evitare impugnative, abbiamo deciso di non apportare modifiche: così facendo, essa rimane valida, e prevede l’esenzione dal pagamento del bollo e dalla tassa di circolazione per auto e moto ultraventennali iscritti ai registri storici. Certo, i cittadini con veicoli tra i 20 e i 30 anni non iscritti a registri storici dovranno pagare il bollo in conseguenza della Legge di Stabilità Renzi 2015.
Consapevoli della confusione creatasi (ci segnalano che alcuni sportelli Aci, pur conoscendo il tariffario di Regione Lombardia, pubblicato sul sito da inizio gennaio, non danno informazioni chiare… probabilmente sperando ancora in modifiche della normativa regionale a loro favorevoli), abbiamo deciso di non far versare alcuna mora a chi è tenuto a pagare e lo fa entro il 31/12/2015, e inviare una lettera chiarendo la questione ai possessori di veicoli tra i 20-30 anni. Sappiamo del contrasto Asi/ACI: quest’ultima vuole entrare, evidentemente, nel business della certificazione di storicità. Noi abbiamo preferito soprassedere, nell’interesse dei cittadini lombardi, e non modificare la norma vigente, al fine – come detto – di evitare impugnative, e quindi il rischio che poi tutti debbano pagare, anche coloro che hanno il mezzo iscritto a registri storici (…). Rinnovo i miei ringraziamenti e spero di aver fatto chiarezza su una faccenda più che confusa, tipicamente italiana direi.