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Borgo Machetto, buona la prima

Quali sono gli ingredienti giusti per un concorso di eleganza da ricordare? Certo, il punto di partenza sono le auto, che devono tutte raccontare una storia, un’emozione, un desiderio, scatenare la fantasia del pubblico compente ma anche del semplice curioso che capita per caso. E a Borgo Machetto nel weekend del 27 e 28 maggio ce n’erano ben 25, tutte splendide, con alcune autentiche rarità.

Giuria di super esperti. La giuria era composta da super esperti come Massimo Meli, affermato odontoiatra con la sfrenata passione per la tecnica delle auto anteguerra e presidente dell’Aston Martin Owners club d’Italia, Lorenzo Boscarelli, presidente dell’Associazione Italiana Storia dell’Automobile, Andrea Maieli, uno dei rappresentanti di spicco della scuola della tappezziera italiana (vedi Ruoteclassiche di giugno), e Achille Gerla, past president del Cpae (quello della Vernasca Silver Flag), con la regia di Ruoteclassiche. E, soprattutto, Borgo Machetto, struttura seicentesca con piccola chiesetta compresa, con un verde sterminato, piscina, campo da golf a un passo dal Garda.

Parterre du roi. Già, le auto, le principali protagoniste. C’era un po’ di tutto a bordo piscina. A partire dalle anteguerra, inquadrate nella categoria “Stile e armonia”, con alcune chicche come la Fas del 1906, la Ceirano CS del 1920 (ex Collezione Quattroruote) e l’Alfa Romeo 6C 1750 Sport Zagato del 1929, dall’inconsueta livrea denominata “Bambolina blu”, che ha poi vinto la sua classe. In “Innovazione e unicità” hanno lasciato tutti a bocca aperta tre pezzi: la Lancia Aurelia B52 Junior Ghia del 1952, l’ATS 2500 carrozzata da Allemano nel 1964 e la Cisitalia 808 del 1953, che si è aggiudicata sia la categoria sia il Best of Show, una decappottabile dall’incredibile storia che potete leggere su Ruoteclassiche di aprile.

Il meglio della carrozzeria italiana. Splendide anche le concorrenti in “Dinamicità delle forme”, con la meravigliosa barchetta Zanussi 750 (motore Lancia Ardea) del 1948 e l’Abarth OT 1300 del 1966, che ha primeggiato. Niente male anche “Potenza e dinamicità”, con due Ferrari da urlo (la 365 GTB/4 del 1970 e la F40 del 1987), ma in questa classe ha vinto l’Abarth 2200 cabriolet del 1960. Nelle “Iconiche” applausi a scena aperta per due Pininfarina, la Cisitalia 202 del 1947 e la Dino 246 Gt del 1973, ma a svettare è stata la Fiat 8VZ del 1955.

La beniamina del pubblico. Anche il folto pubblico dei visitatori ha potuto dire la sua, votando la propria vettura preferita attraverso un qr code. E alla fine il Best of show decretato dagli appassionati è stata la barchetta Nardi 750 Sport del 1955. Tra i concorrenti, anche l’influencer americano Donald Osborne, che oltre a presentare l’ATS 2500 Allemano ha incantato tutti con un’interpretazione dell’Inno di Mameli da brividi.

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