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Cadillac Miller-Meteor Futura: non solo Ghostbusters

Sul podio delle auto più famose e riconoscibili della storia del cinema c’è sicuramente la “Ecto-1”, ovvero l’ambulanza su base Cadillac del 1959 utilizzata in Ghostbusters – film che quest’anno festeggia 40 anni – e che unisce a un look a dir poco appariscente, una sua originalità e indubbia rarità.

Tre tonnellate, sei metri, 320 CV. Partiamo dalla meccanica: la base era il Cadillac Commercial Chassis, ovvero un telaio che dal 1931 al 1979, con modifiche di dettaglio, è stato utilizzato per dare vita ad automezzi commerciali. Se ne occupavano ditte come la Miller-Meteor o la Eureka, che sviluppavano la carrozzeria a partire dal posto guida fino alla parte posteriore, in quanto Cadillac forniva anche la carrozzeria anteriore, incluso motore e trasmissione. Per smuovere un’auto lunga più di 6 metri e pesante oltre 3 tonnellate, c’era un V8 (poteva essere diversamente?) da 6,3 litri (390 cubic inches) e 320 CV abbinato a un cambio automatico, ma parlare di prestazioni qui sarebbe inutile.

Ambulanza, ma anche carro funebre. Come ogni Cadillac che si rispetti, erano il look (vedi le 2 pinne posteriori, riprese dalla Eldorado del 1959 e le più grandi mai montate su un modello di serie), il lusso e il comfort ad avere la precedenza. Ecco allora sospensioni pneumatiche, che qui erano irrobustite al posteriore, mentre i longheroni erano più bassi rispetto alle berline Cadillac di serie, per facilitare il carico. La versione usata nel primo Ghostbusters è una Miller-Meteor Futura Duplex, riconoscibile per i finestrini posteriori ricurvi e, come dice il nome, pensata per un doppio uso carro funebre/ambulanza. Furono solo 2.000 i telai realizzati nel 1959 per l’intero mercato americano e l’altra caratteristica peculiare ed esclusiva delle vetture realizzate quell’anno erano i fanali posteriori a proiettile e i fendinebbia quadrupli.

Chi ce l’ha non la vende. Le stime sul numero di Futura Duplex costruite variano da qualche centinaio ad appena venticinque e non ha aiutato la caccia alla replica che, già poco dopo l’uscita del film, ha finito per trasformare in Ecto-1 molti esemplari. I collezionisti e puristi del marchio hanno finito per essere sospettosi, preferendo rinunciare a cifre importanti pur di salvaguardare l’integrità e l’originalità della loro Cadillac. È possibile infatti costruire una replica della Ecto-1 anche utilizzando versioni successive, retrodatandole, ma sono comunque difficili da trovare.

L’unica in Italia. Ci è riuscito Gilles Antonelli, di Viareggio, che nel 2019 ne ha importata una dagli Usa – nata come carro funebre nero – che non è esattamente la versione del film del 1984. Ecco perché, durante i lavori di restauro, si è optato per riprodurre quella del film uscito nel 2019, protagonista dell’iconica scena del ritrovamento in un fienile. Questo spiega la ruggine, che è in realtà verniciata: al momento la carrozzeria è quasi finita e il motore è in fase di revisione. La speranza è di finirla nel giro di 2 anni e, attenzione, nonostante luci, adesivi e apparecchiature varie, non è un giocattolo: un esemplare replica è stato venduto all’asta nel 2022 a 220.000 dollari.

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