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Cent’anni di Cmn: dalla De Vecchi a Sivocci e Ferrari

Sono trascorsi cent’anni dall’avvio di un’avventura imprenditoriale e automobilistica poco nota al grande pubblico: la Cmn (Costruzioni Meccaniche Nazionali), una parentesi durata solo 48 mesi, eppure ricca di storia

L’impresa viene fondata nel 1919 con stabilimenti a Milano e Pontedera sulle ceneri della casa automobilistica De Vecchi & C. Con l’uscita di Giuseppe De Vecchi dalla compagine societaria, l’impresa viene rilevata da un gruppo di finanziatori e assume il nome di Cmn.

Gli uomini fanno la differenza. Impianti industriali, veicoli e parti giacenti in magazzino vengono rilevati dalla nuova società. La vera risorsa della Cmn nascente sono tuttavia gli operai, tra cui l’abile motorista Luigi Marino, che avrebbe in seguito fondato l’omonima casa automobilistica di Padova, a riprova del fatto, che, allora come oggi, sono le persone a fare grandi le aziende e non viceversa.

Il duo Sivocci-Ferrari. Le vetture Cmn sono caratterizzate dal motore De Vecchi e assemblate con parti residuate della Isotta-Fraschini e un nuovo “badge” al radiatore. Siamo ai primi del Novecento, l’automobile è il simbolo della novità e della tecnologia e quindi quale investimento pubblicitario migliore, per aumentare la propria notorietà, di offrire una partecipazione aziendale ad un pilota già celebre come Ugo Sivocci (con un passato da meccanico e collaudatore alla De Vecchi & C.)? Sivocci, a sua volta, offre un posto di collaudatore e pilota a un giovane disoccupato di belle speranze, Enzo Ferrari. Sono questi due piloti a partecipare nel 1919 alla cronoscalata Parma- Poggio di Berceto ( la prima corsa professionale di Ferrari, in cui si classificò quarto) e alla Targa Florio, con due esemplari del modello “15/20 HP” in allestimento sportivo.

Il nipote di Ugo Sivocci. Commoventi le parole del nipote di Ugo Sivocci, Giorgio, che ringraziamo per averci concesso un’intervista: “L’unica immagine originale dell’epoca in mio possesso si riferisce alla Targa Florio del 1913, quando mio nonno corse su De Vecchi, oltre ad alcuni articoli di giornale e riviste.” A novembre scorso la Cmn è tornata sotto i riflettori nel seminario organizzato dalla Fondazione De Vecchi a Sesto San Giovanni e intitolato “Tecnici, progettisti ed imprenditori nel settore motoristico – Storie ed archivi”. Una conferenza in cui si sono ricostruite passo passo le origini dell’industria dei motori e dell’automobile attraverso le storie di coloro che ne furono i protagonisti nei primi anni del Novecento.

Una nuova avventura. Nel 1920 inizia la produzione a Pontedera, in Toscana, con l’obiettivo di affinare il motore 4 cilindri biblocco da 2297 cm3 a valvole laterali. Nel 1923 vengono prodotte la “25 HP”, dotata di motore a 6 cilindri in linea di quasi 3 litri di cilindrata, e la “Tipo 7”, in grado di arrivare ad una velocità massima di 125 km/h. Parliamo di cent’anni fa, 125 km all’ora voleva dire correre. Il sogno della Cnm s’infranse per sempre poco tempo dopo, quando la fabbrica fu rilevata dalla Piaggio. Una meteora nell’universo dell’industria automobilistica che merita comunque uno spazio nella memoria degli appassionati.

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