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C’era una volta e c’è ancora la Hispano Suiza

Quello della Hispano Suiza è stato uno dei nomi più prestigiosi del panorama automobilistico nel primo Novecento. La Casa spagnola venne fondata nel 1904 da Damián Mateu e, oltre un secolo dopo, l’azienda appartiene ancora alla stessa famiglia. Vetture di gran lusso, furono scelte da aristocratici, artisti e personalità eminentissime del secolo scorso: tutti affascinati dall’esclusività, la tecnologia, le finiture, il comfort e, non ultima, la loro affidabilità.

A 115 anni dalla sua nascita, nel 2019, il nobile marchio è entrata in una nuova era con la presentazione di due hypercar elettriche super esclusive: verranno realizzati 19 esemplari della Carmen e cinque della variante più estrema, indicata come Carmen Boulogne. I nuovi modelli si rifanno ad un glorioso passato, quando le Hispano Suiza sono state le protagoniste assolute dei principali concours d’élegance e hanno giocato un ruolo fondamentale nelle vite dei loro illustri proprietari, uno su tutti il monarca spagnolo Alfonso XIII, un grande estimatore del marchio e… non solo.

Ultracentenaria. La società è stata fondata il 14 giugno 1904 da Damián Mateu insieme a Francisco Seix e all’ingegnere svizzero Marc Birkigt, i quali avevano lavorato in due societá prima dell’avvento della Hispano Suiza: La Cuadra e J. Castro.
L’esperienza di Birkigt nel settore fu fondamentale per porre le basi dell’azienda: la prima auto, la “Armored Type Birkigt System”, vide la luce nel 1905. Equipaggiata con un motore a quattro cilindri da 20 CV di potenza, raggiungeva gli 87 km/h di velocità massima. Un anno dopo seguì la prima vettura con motore a sei cilindri costruita in Spagna, capace di erogare 75 CV di potenza. Questa completò la rotta Perpignan-Parigi in 22 ore: il record destò un grande clamore mediatico e fu il primo passo per consolidare la reputazione del marchio a livello internazionale.

L’impegno bellico. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’azienda venne convertita alla produzione di motori per aerei. Fu un periodo florido per l’azienda, che applicò il suo know-how tecnologico per l’aviazione: Birkigt costruì un motore aeronautico basato su quello delle auto da corsa, seguendo il principio della “trazione diretta”. L’unità prevedeva otto cilindri a V e blocchi in lega di alluminio per ridurne il peso. L’azienda cominciò a ricevere numerosi ordini, al punto da dover vendere licenze ai vari produttori in Francia, Regno Unito, Italia, Russia, Stati Uniti e persino in Giappone. In totale furono prodotti più di 50.000 motori aerei Hispano Suiza. Questi propulsori trovarono un’ulteriore applicazione in ambito marittimo: il più “spettacolare” era in questo caso un 12 cilindri con V di 60° e 1.300 CV di potenza, installato su una serie di imbarcazioni da corsa, tra cui la “Aurora”, costruita nel 1935. Birkigt collaborò all’assemblaggio del motoscafo, messa all’asta alcuni anni fa per una cifra vicina al milione di euro.

La preferita del Re di Spagna. Il più famoso tra gli aficionados della Hispano Suiza fu il Re Alfonso XIII, il quale svolse un ruolo importante sin dagli albori dell’avventura automobilistica della Casa spagnola. Grande appassionato di automobili, Alfonso XIII rimase molto affascinato dal modello da 20 CV che guidò per la prima volta nel 1905. In realtà, il sovrano, fu molto più di un semplice appassionato: nel 1910 divenne un azionista, acquistando l’8% della società. Una vettura fu persino battezzata in suo onore: si trattava di una sportiva due posti, con motore a quattro cilindri in linea di 3.619 cc da 60 CV, capace di raggiungere i 120 km/h. Indicata inizialmente come T45, divenne nota con il nome “Hispano Suiza Alfonso XIII”.

Auto d’élite. Le Hispano Suiza si caratterizzavano per la velocità, la leggerezza e l’eccellente maneggevolezza, frutto di una meticolosa produzione artigianale. Nella costruzione di queste preziose automobili veniva profusa una grande cura nel dettaglio e ciò consentì alla Casa di brillare tra i marchi più blasonati e ambiti dall’alta società. Oltre al Re Alfonso XIII, le vetture spagnole catturarono l’attenzione di aristocratici, artisti e intellettuali tra i più rinomati al mondo, come Gustavo V di Svezia, Carlo II di Romania, Luigi II di Monaco, Pablo Picasso, Coco Chanel , René Lacoste, Paul McCartney, Albert Einstein e persino André Citroën. Vetture elitarie, oggi come ieri, sono conservate con grande cura nei musei e nelle collezioni private di tutto il mondo.

Testimoni della grande Storia. Un altro modello importante nella storia Hispano Suiza è la 30-40 HP sviluppata da Birkigt per sostituire la precedente 20-30 HP.
Tra gli esemplari prodotti spicca quello acquistato dal Marchese di Zayas, carrozzata da Francisco Capella. Per l’allestimento non si badò a spese, facendo ampio uso di materiali nobili. Come era consuetudine all’epoca, il volante era posizionato a destra ma a caratterizzare la vettura erano i particolari e le lussuosissime finiture interne, con dettagli in mogano, maniglie in avorio, vetri diamantati e persino un portaprofumi. Ogni dettaglio sottolineava l’eleganza e l’esclusività di un’auto: si trattava di una delle più belle fuoriserie realizzate nel suo tempo. Negli anni 80, a seguito della messa all´asta di tutte le vetture del Marchese di Zayas, la vettura venne acquistata dal Ministero degli Interni spagnolo e dichiarato Bene di Interesse Culturale a partire dal 1988: fu la prima auto a ricevere questo riconoscimento. Il veicolo è ora sotto la tutela della Direzione Generale del Traffico spagnola ed è esposto nel Museo di Storia dell’Automobile di Salamanca.

La cicogna. L’emblema della Casa spagnola è la cicogna: un cenno all’eredità dell’azienda come produttore di motori per aerei. Il marchio decise di adottare questo simbolo su tutti i suoi modelli in onore di un pilota francese, Georges Guynemer, che durante il primo conflitto mondiale aveva dipinto la cicogna sul suo aereo da combattimento, equipaggiato con motore Hispano Suiza.
Nel 1919, la cicogna d’argento debuttò sulla nuova H6B durante la presentazione del modello al Salone di Ginevra e da allora accompagna tutti i modelli del marchio, corredata dalle bandiere di Spagna e Svizzera. Un secolo dopo, la cicogna è tornata a spiccare il volo proprio durante il Salone di Ginevra, con la presentazione della nuova “Carmen”.

La Carmen. Questo nome evoca la rinascita del comparto automobilistico della Hispano Suiza e segna un nuovo e importante capitolo nella storia del marchio. “Carmen” è un omaggio alla signora Carmen Mateu, nipote di Damián Mateu  fondatore dell’azienda e madre dell’attuale presidente della società, Miguel Suqué Mateu.
“Il nome Carmen è un omaggio a nostra madre. Quando stavamo discutendo su come chiamare il nuovo modello, mi è venuta l’idea di chiamarlo ‘Carmen’ e la mia famiglia mi ha subito incoraggiato”, spiega Miguel Suqué Mateu: “Mia madre ha sempre sognato di vedere nuovamente una Hispano Suiza per le strade, e sono sicuro che ora ne sarà orgogliosa. La serigrafia sul retro del veicolo è la sua firma originale. E aggiunge: “Anche la desinenza ‘Boulogne’, utilizzato per la versione più potente di Carmen, non è una coincidenza. È un omaggio alle vittorie ottenute dalla H6 Coupé nella Georges Boillot Cup, disputata nella cittadina francese di Boulogne-sur-mer un secolo fa”.

Altissime performance. Le nuove Hispano Suiza Carmen e Carmen Boulogne sono state sviluppate e prodotte in Spagna, affinate in pista e per la pista. Per la realizzazione di questi modelli è stato fondamentale la partnership con QEV Technologies, un’azienda specializzata nelle competizioni che ha realizzato la prima vettura vincitrice del titolo piloti nel campionato di Formula-e. Per questo la super GT “Carmen” garantisce prestazioni da sogno, forte di 1.019 CV di potenza o, addirittura, 1.114 CV per la versione “Boulogne”. Quanto basta per decollare, pardon accelerare, in meno di tre secondi da 0 a 100 km/h, entrando di diritto nel ristrettissimo club delle vetture stradali più potenti e veloci del mondo.

Il supporto dei piloti. Dopo aver progettato e messo in produzione la sua prima hypercar totalmente elettrica, Hispano Suiza ha ceduto il volante delle Carmen nelle mani di un ex pilota di Formula 1: Luis Pérez-Sala, incaricato di sviluppare il modello in pista e su strada. Pérez ha contribuito in modo determinante affinché i fortunati proprietari delle nuove vetture potessero provare le stesse emozioni delle monoposto anche nel lussuoso abitacolo delle Carmen. Oltre a Pérez Sala, ha partecipato ai test anche Pablo Suárez, pilota esperto di rally e rallycross e con alle spalle una formazione da ingegnere del mondo delle corse, protagonista fin dall’inizio dello sviluppo delle supersportive spagnole.

Come tu mi vuoi. Ogni Hispano Suiza Carmen è unica: non ce ne sono due uguali al mondo. Grazie al programma di personalizzazione Unique Tailormade, il cliente ha accesso a un’ampia varietà di opzioni per creare il modello dei propri sogni. Ci sono 1.904 possibili combinazioni per differenziare la propria hypercar. Il cliente può scegliere tra tre linee di configurazione che rispecchiano i valori principali del DNA del marchio Elegance, Heritage e Sport e, sulla base di questi, ha poi la possibilità di scegliere colori e materiali diversi per gli interni e gli esterni dell’auto, permettendogli di aggiungere il proprio tocco personale al design e adattarlo ai propri gusti. Anche la denominazione dei colori è stata definita in onore della storia del marchio, ecco quindi vernici come Peralada Green, Swiss Red, Xenia Grey, Birkigt White o Begur Blue.

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