Si dice che l’Epifania tutte le feste si porta via ma prima di riprendere la routine torniamo bambini, solo per un giorno, immaginando quali potrebbero essere le auto utilizzate dalla Befana per le sue consegne di doni e… carbone.
Scopa e calze rotte, sono solo un ricordo: la Signora Befana si è evoluta e necessita di mezzi pratici per portare in giro il suo carico di dolci e regali viaggiando, peraltro, sempre con un certo stile. E, a seconda delle missioni da compiere, utilizza veicoli diversi: dai furgoncini d’antan per i lavori più gravosi alle vecchie utilitarie, per le mansioni quotidiane. Appassionata di motori e della guida en plein air, nelle grandi occasioni la nostra amica predilige invece le spider. Ecco quali sono i suoi modelli preferiti!
Per le consegne. La scorsa notte l’arzilla vecchietta ha utilizzato uno dei furgoncini su base Lancia Ardea: comodo, per sistemare dolciumi e giocattoli ma anche elegante, nella più pura tradizione del marchio torinese. A cui peraltro è molto affezionata.
Si stima che della variante furgoncino vennero prodotti poco più di 7.000 esemplari e, oltre al profilo più tozzo con le porte posteriori a battente, differiva dalla Ardea berlina per le dimensioni maggiori in lunghezza e larghezza. Sul frontale, risaltano i passaruota più voluminosi e il paraurti ripresi dalla più grande Aprilia. L’abitacolo ricalcava l’impostazione dell’Ardea, caratterizzandosi per i rivestimenti (in cuoio) e i particolari in nero, più idonei all’uso professionale. Prodotto tra il 1939 e il 1953, il furgoncino era equipaggiato con il V4 da 0,9 litri con potenze comprese, a seconda delle serie, tra i 25 e i 30 CV che gli consentivano di toccare velocità di punta nell’ordine degli 80 km/h. Non certo un fulmine di guerra ma si sa, chi va piano…
In borghese. Il periodo clou per la Befana è ovviamente quello delle feste, quando insieme al partner in affari Santa Claus (o Babbo Natale, che dir si voglia) è impegnata a incartare e recapitare pacchi piccoli e grandi, in giro per il mondo. In tempi non sospetti, per tutte le altre faccende ordinarie la Befana predilige le utilitarie: comode per muoversi in città, facili da parcheggiare e non onerose nella gestione. Ne ha provate diverse, di tutte le marche, ma su tutte svetta la Citroen 2 CV. Iconica e intramontabile, per qualcuno la 2 CV più che un’automobile è “uno stile di vita” e infatti conquista tutti con il suo fascino bohémien. A bordo c’è era l’essenziale per la guida, non era certo veloce, ma bastava tirare giù il tetto per rendere magico anche il tragitto più scontato. Che dire poi dell’andamento ondeggiante dato dalle sospensioni a bracci oscillanti, a qualcuno faceva venire il mal di mare ma non è il caso della nostra mattacchiona. Probabilmente l’avrete anche intravista, soprattutto nei centri storici, intenta a scorrazzare al volante della sua 2 CV: un mito dell’automobilismo rimasto sulla cresta dell’onda per oltre 40 anni, dal 1948 al 1990.
A cielo aperto. Durante la sua onorata carriera ha esplorato gran parte delle strade e dei sentieri indicati sulle cartine e non solo… Nel poco tempo libero, la Befana ama girovagare col vento fra i capelli, per questo conosce molto bene gli itinerari migliori per godersi la guida delle convertibili. In questo caso la sua preferita è l’Alfa Romeo Spider: un grande classico del design italiano. Presentata nel lontano 1966, la “Duetto” è rimasta a listino per quasi 30 anni, con la produzione suddivisa in quattro serie note come “Osso di Seppia”, “Coda Tronca”, “Aerodinamica” ed “Elegante”. Uscì di scena soltanto nel 1994 senza mai abbandonare il cuore di tanti appassionati al di qua e al di là dell’Atlantico. In tutti questi anni diversi film (a partire da “Il laureato”) hanno consacrato la Spider, come simbolo di spensieratezza e libertà. Un’auto non scevra di difetti, come tutte le vetture autentiche ma proprio per questo maliarda e affascinante. Mettersi al volante di un’Alfa Romeo Spider significa entrare in una dimensione, in cui tutto acquista automaticamente più stile: le teste si voltano al suo passaggio, c’è chi sorride, chi saluta. Insomma ci si sente un po’ divi. E alla Befana, civettuola com’è, piace farsi ammirare mentre guida, camuffata con foulard e grandi occhiali scuri.