Il prototipo Nibbio del 1935 motorizzato Guzzi e carrozzato Riva, progettato dal Conte Giovanni Lurani, ha vinto la Coppa d’Oro del Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2017. Un piccolo-grande pezzo di storia dell’automobilismo italiano, costruito da una delle figure più importanti della storia del motorismo di casa nostra e, in tempi moderni, tra i più importanti promotori della nascente passione per le auto storiche.
Il primo dei più importanti premi assegnati alle automobili in concorso a Villa d’Este viene assegnato al prototipo progettato dal Conte Giovanni Lurani Cernuschi nel 1935. La monoposto da record è stata portata in gara da Federico Göttsche Bebert, nipote di “Giovannino”, che l’ha portata a un evento internazionale – eredità del nonno – dopo 70 anni di letargo. Con lui, alla premiazione, anche la madre Francisca.
ALL’INSEGUIMENTO DEL RECORD
Giovanni Lurani, nove partecipazioni alla Mille Miglia e tre vittorie di classe, era animato da quello spirito pionieristico sempre agitato dall’ansia di conoscenza e di innovazione (tecnica, sportiva, culturale…). Fondò la rivista Auto Italiana, fondò la Scuderia Ambrosiana (con Luigi Villoresi, Franco Cortese ed Eugenio Minetti), concepì – con Giovanni Canestrini, uno dei padri della corsa bresciana – la categoria sportiva Gran Turismo e creò la Formula Junior; fu vice-presidente dell’ACI Milano per molti decenni e tra i promotori di un nuovo tipo di passione per l’automobile: l’amore per l’auto d’epoca.
Fu anche ingegnere e designer, esploratore dell’ignoto in quella audace e “incosciente” nicchia dell‘universo automobilistico che guarda all’evoluzione del veicolo a motore su ruote attraverso la conquista di record. Si progettò da solo il suo veicolo: il Nibbio
Il telaio se lo fece costruire dalla Quadrio di Milano, una struttura tubolare in acciaio leggera, intricata e robusta. Su questo si articolavano sospensioni anteriori a balestre semi-ellittiche e posteriori a ponte rigido con molle elicoidali, entrambi coadiuvati da ammortizzatori a frizione. In posizione posteriore-centrale, in una “culla” regolabile, fu alloggiato il motore, un bicilindrico di derivazione Guzzi con V aperta a 120° e una potenza di oltre 50 Cv al regime di 7.500 giri. Il cambio, con quattro marce, trasferiva la potenza sull’asse posteriore mediante trasmissione a catena. Per bilanciare i pesi, infine, il serbatoio dell’olio e del carburante furono sistemati nella parte anteriore. La meccanica fu vestita con una carrozzeria in sottili e leggeri fogli di alluminio, modellati dalla Carrozzeria Riva di Merate.
Con questa piccola e leggera monoposto, Giovanni Lurani si lanciò alla conquista di una serie di record di velocità, traguardi ambiziosi con un veicolo piccolo ma estremamente leggero e agile.
5 NOVEMBRE 1936
Quel giorno, sulla Firenze-Mare (dove Nuvolari sfidò il muro del suono con la Alfa Romeo Bimotore costruita dalla Scuderia Ferrari) Giovanni Lurani conquistò diversi primati internazionali:
– Chilometro con partenza da fermo (104,800 km/h di media)
– Chilometro con partenza lanciata (162.162 km/h di media)
– Miglio con partenza da fermo (122,460 km/h di media)
– Miglio con partenza lanciata (161,764 km/h di media)
In quell’occasione, inoltre, la Nibbio fu la prima automobile con motore da 500 cc capace di superare le 100 miglia orarie.
Non pago, nel 1939 la Lurani Nibbio ottenne altri 9 record internazionali a Ostenda (Germania) e nel 1947, questa volta equipaggiata con un motore monocilindrico Guzzi sovralimentato da 250 cc, 6 ulteriori affermazioni internazionali.
Alvise-Marco Seno