Elette le prime tre regine di Concours Virtual, il grande concorso d’eleganza via internet in favore dell’Unicef.
In tempo di pandemia e con quasi tutti gli eventi di auto classiche cancellati, le passerelle si fanno online: ci ha pensato Concours Virtual, un contest internazionale che si sta svolgendo su internet in questi giorni con importanti rarità. Divise in 17 categorie, le auto sono giudicate da personalità di rilievo del mondo delle storiche fra cui Lord March, Nick Mason e Derek Bell, solo per citarne alcuni. Tra loro c’è anche un giovane giurato dall’Italia, Duccio Lopresto, peraltro in gara con la magnifica Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Aprile della Lopresto Collection e la Scat del 1913 vincitrice della sua classe a Villa d’Este 2018. Ecco le tre prime di categoria rese note finora.
Anteguerra – Carro a vapore Salvesen. Nel 1896 è stato il primo mezzo motorizzato a circolare in Scozia. Il carro a vapore Salvesen chassis n. SA1 è uno straordinario pezzo unico che sembra uscito da un romanzo d’epoca vittoriana. Quando è stato costruito da un membro della famiglia di imprenditori da cui ha preso il nome, d’origine norvegese, era una sorta di fuoristrada del suo tempo, impiegato in vari business. Ai nostri giorni, sopravvissuto come un highlander grazie a un paio di importanti collezioni dove è stato conservato nel Regno Unito, il carro ha invece una vita decisamente più semplice. Spesso finisce anche sotto i riflettori per farsi ammirare da frotte di appassionati e curiosi. Succede regolarmente al concorso d’eleganza della London to Brighton, la celebre corsa annuale di auto Veteran – ante 1904 – che si tiene per 97 km nel sud dell’Inghilterra. Il veicolo è anche immancabile alla galoppata, che affronta da tre anni a questa parte con l’attuale proprietario, Duncan Pittaway, già curatore del restauro e attuale possessore di un altro incredibile pezzo unico, stavolta italiano: la “Belva di Torino” , ovvero la Fiat S76 del 1911. A Concours Virtual il carro ha scalzato 15 avversarie di primissimo ordine ed è stato eletto numero uno non solo dalla giuria ma anche dal pubblico.
Leggende hollywoodiane – BMW 507 (1957). È lei, è considerata l’auto più bella del mondo e ha avuto in questo caso un proprietario illustre che non ha bisogno di presentazioni: l’indimenticabile Elvis Presley. Negli ultimi anni l’abbiamo vista al Pebble Beach Concours d’Elegance (2016) e in seguito fuori concorso a Villa d’Este. Il “Re del Rock’n’Roll” la guidava già prima di andare a fare il servizio militare in Germania, dopodiché l’auto (chassis 70079) è sparita per cinquant’anni. Adesso, dopo il restauro di BMW Group Classic, la roadster del soldato Elvis è tornata allo splendore originario, con il suo colore Feather White, il motore V8 in alluminio da 3.2 litri, l’interno bianco e nero e persino con la radio Becker Mexico. Del modello, da sempre uno status symbol, tra il 1955 e il 1959 BMW ha costruito solo 254 esemplari, dopo la presentazione al Motor Show di Francoforte. E fra tutte le rare 507 uscite dalla matita di Albrecht Graf Goertz, inutile dire che l’ex Elvis Presley è la più leggendaria in circolazione. Dietro di lei, al secondo posto si è posizionata la stupenda Jaguar XKSS del 1956 ex Steve McQueen, mentre terza di classe è la Duesenberg Model J del 1932 ex Greta Garbo. Il premio del pubblico? È andato all’americana Kissel 6-45 “Gold Bug” del 1921.
Creazioni del periodo Art Déco – Delahaye 165 Figoni et Falaschi (1939). È basata sulla Delahaye Type 145 da corsa ed è una delle due 165 costruite: la seconda, per la precisione, e la sola Cabriolet. Presentata al Salone di Parigi del 1939, l’ultimo prima della Seconda guerra mondiale, fu spedita ancora prima negli Stati Uniti a rappresentare il design francese di automobili alla New York World Trade Fair. Ci andò senza motore, però: non c’era stato il tempo di mettere a punto il suo 12 cilindri prima della fiera e si utilizzò un involucro vuoto al posto del propulsore. Con la sua carrozzeria sontuosa e super elaborata, l’auto fa parte oggi del Mullin Automotive Museum, in California, e può vantare il suo motore originario, ricostruito in base ai disegni dell’epoca. Il restauro è cominciato nel 1985, quando è stata acquistata da Peter Mullin e Jim Hull dopo quattro anni di negoziazione con un camionista che l’aveva comprata per 1200 dollari dalla vedova del proprietario precedente, un militare. A quel punto la Delahaye aveva un motore Cadillac, con il quale era passata di mano tramite un’asta pubblica, in mezzo a un lotto di auto usate di Honolulu. Una vita decisamente grama per una gran signora dall’aspetto così curato e di lusso: un prezzo da pagare decisamente alto che le è servito però per riacquistare la libertà dopo essere stata sequestrata dalla dogana americana allo scoppio del conflitto mondiale. Con tutti gli onori nella nuova residenza, e ora di nuovo le luci della ribalta grazie a Concours Virtual, che alla fine sono tornati. In terza posizione è stata premiata una Hispano Suiza K6 Brandone nera del 1935; al secondo posto, una Delage D8 120 del 1938 che ha conquistato la stessa posizione anche nei voti del pubblico. La numero uno per chi ha espresso la propria scelta da casa è stata una elegantissima Minerva Type AL del 1933 con carrozzeria Landaulet.
I prossimi premi saranno comunicati in tempi diversi, una classe alla volta, a partire dalle Supercar anteguerra in programma per martedì 14 luglio alle 17, ora italiana. Alle 18 verranno anche rivelate le Concept degli anni Settanta in concorso. Per votare e vedere i risultati potete visitare il sito Internet.