Per danzare sulle curve ci vuole l’agilità di una ballerina, non la forza dell’elefante: lo insegna la scuola inglese che, fedele a questo principio, ha strappato sei Mondiali di F.1 alla Ferrari e costruito una “funny car” da 120 CV che dà filo da torcere a supercar da 500 CV. Motore Rover, telaio d’alluminio e carrozzeria in resina.
Italiani e inglesi hanno sempre avuto ricette differenti per ogni cosa, anche per vincere le gare. Noi sapevamo fare meglio i motori, le scuderie inglesi invece i telai. Ma è più facile portare al limite un’auto leggera e poco potente di una zeppa di cavalli ma poco maneggevole. Lo sapeva bene Colin Chapman, fondatore della Lotus, una Casa che in F.1 conquistò sei Mondiali Piloti e sette Costruttori: un’esperienza riversata anche in vincenti vetture Sport e in agilissime “stradali”.
Come la nostra “Elise” che, quando uscì nel 1996, rese felici i cultori delle “funny car”. Tutto sull'”Elise” parla di corse, a partire dalla linea, compatta e seducente; la carrozzeria “targa” è a due posti secchi e nell’abitacolo c’è poco o nulla: alluminio a vista, niente aria condizionata né alzavetri elettrici. Telaio scatolato d’alluminio con rollbar integrato, motore centrale-trasversale, carrozzeria in materiali compositi, trazione posteriore: ciò che conta qui è la capacità della macchina di trasmettere a chi sta al volante adrenalina pura e lo prova il fatto che non ci siano aiuti elettronici, come ABS o controllo di trazione. Con 120 CV per soli 675 kg di peso (da 0 a 100 in meno di sei secondi) e una tenuta di strada eccezionale, l'”Elise” è un “instant classic”.
Ruoteclassiche la quota 18.000 euro, ma non è facile trovarla a questo prezzo: una prima serie perfetta può costare anche 20.000-23.000 euro. Le condizioni dell’esemplare sono sempre da valutare con cura, perché molti proprietari possono averlo utilizzato in pista, spremendolo. Pannelli e cofani possono essere sostituiti senza problemi, ma mozzi, quadrilateri, attacchi delle sospensioni non devono riportare segni di “battaglie”: sostituirli è facile, ma assai costoso. Se invece è il telaio a risultare danneggiato, le cose si complicano: l’alluminio in caso d’urto si piega e, quando si tenta di raddrizzarlo, si può fratturare. Il motore, un bialbero “1800” Rover di serie, è lo stesso montato sulla MG “F”, quindi la reperibilità dei ricambi è buona.