L’11 ottobre è stata probabilmente scritta la parola fine alla disastrosa avventura della De Tomaso di Gian Mario Rossignolo, già posta in liquidazione nel luglio del 2012: il curatore fallimentare ha infatti spedito a tutti i 900 dipendenti dell’azienda (ripartiti fra le sedi di Torino e Livorno) altrettante lettere di licenziamento.
Il provvedimento scatterà il 4 gennaio 2014, se non verranno trovate soluzioni alternative. Va detto che tali soluzioni alternative sono state cercate, inutilmente, negli ultimi mesi: è dunque da ritenersi che all’inizio del nuovo anno gli operai – al momento in cassa integrazione – si ritroveranno per strada, senza poter peraltro accedere al proprio TFR, che a quanto pare è stato sottratto dalla dirigenza, accusata di truffa ai danni dello Stato e per questo arrestata. Un triste epilogo per un’impresa che sin dall’inizio aveva suscitato non poche perplessità. Gian Mario Rossignolo, già dirigente Fiat ai tempi di Umberto Agnelli, aveva rilevato, utilizzando in gran parte fondi pubblici, l’ex impianto Pininfarina di Grugliasco (TO) per insediarvi la produzione della “Deauville”, un grande Suv con autotelaio Ford che avrebbe dovuto riportare in auge il marchio De Tomaso (acquistato dallo stesso Rossignolo nel 2009).
L’auto era apparsa al Salone di Ginevra del 2011 come concept, ma l’assemblaggio non è mai partito. Ora lo stabilimento è tornato sotto la gestione della Regione Piemonte, che ha “ereditato”, in quanto principale creditore dell’azienda, anche lo storico marchio, fondato nel 1959 da Alejandro De Tomaso: considerato il suo valore, c’è da sperare che qualche costruttore in cerca di quarti di nobiltà sia interessato a rilevarlo…