Ottobre 1961: esattamente quarant’anni fa la “R4” veniva presentata al pubblico. La nuova utilitaria, che prendeva il posto della obsoleta “4 CV”, aveva la trazione anteriore, quattro comodi posti e un grande portellone per caricare di tutto. Rimase in produzione per oltre trent’anni e se ne costruirono più di otto milioni.
La passione di Carlo Butti per la “R4” cominciò a metà degli anni Sessanta, quando era ancora bambino. Attualmente la sua famiglia ne possiede cinque, due delle quali sono le protagoniste di questo servizio. Entrambe sono state assemblate nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco dove, a seguito di un accordo tra la Casa italiana e la Renault, veniva già montata la “Dauphine”.
La versione italiana presentava alcune varianti rispetto a quella francese: il motore era di 845 cm³ anziché di 747, le luci posteriori erano quelle della Fiat “500 Giardiniera”, il cambio era completamente sincronizzato, lo starter automatico, la maniglia per l’apertura del portellone a “T”. Venne prodotta dal 1962 al 1964 in 41.809 esemplari.
Dal punto di vista tecnico, la “R4” era decisamente all’avanguardia. Per la prima volta su un modello di serie il circuito di raffreddamento era di tipo sigillato e munito di vaso di espansione. Non aveva nemmeno bisogno di essere ingrassata poiché i vari snodi erano a lubrificazione permanente. Inoltre la “R4” fu la prima Renault ad adottare la trazione anteriore quando era ancora in voga la formula “tutto dietro”.
Carlo Butti aggiunge: “la ‘R4’ è una macchina soprattutto intelligente, senza tanti fronzoli, che grazie al suo progetto innovativo è rimasta in produzione per più di trent’anni”. La nuova utilitaria Renault debuttò al Salone di Parigi del 1961 in cinque versioni: “R3”, “R4”, “R4 L”, “R4 Super Confort” e “Fourgonnette”.
L’economica “R3”, caratterizzata dal motore di appena 602 cm³, dall’assenza del terzo finestrino e da un equipaggiamento molto povero, non ebbe successo e venne tolta dal listino nel settembre del 1962. Il resto della gamma delle “R4” montava, invece, un motore di 747 cm³ e le uniche differenze riguardavano l’allestimento.
Nel 1963 venne introdotta la “R4 Super”, con un quattro cilindri di 845 cm³ e cambio, sempre a tre marce, completamente sincronizzato. Nel 1978 fu presentata la “GTL” equipaggiata con motore di 1.1 litri. Cinque anni dopo, la plancia cambia completamente e viene adottato il cruscottino della “5”.
Alla fine del 1986, si decise di semplificare la gamma: la “4” ricevette il motore di 956 cm³ da 34 CV della “Supercinque” e i freni a disco all’avantreno, fino a quel momento presenti solo sulla “GTL”. La produzione terminò nel 1992 con la versione speciale denominata “Bye Bye”.
La “R4” si è sempre distinta per l’ottima tenuta di strada, anche se il notevole rollio in curva, fastidioso soprattutto per i passeggeri seduti dietro, indurrebbe a credere il contrario. Punto di forza di questa vetturetta è la capacità di arrampicarsi sulle strade sterrate. L’altezza elevata dal suolo, la trazione anteriore e le ruote strette consentono di usare la “R4” come una piccola fuoristrada.
1963
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1988
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Motore |
4 cilindri in linea
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Cilindrata cm³ |
845
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956
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Alesaggio x corsa mm |
58×80
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65×72
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Rapporto di compressione |
8:1
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9,75:1
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Potenza CV/giri |
27/4700
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34/5000
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Distribuzione |
un albero a camme laterale, aste e bilanceri
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Alimentazione |
1 carburatore Zenith 28 IF
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Cambio |
3 marce
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4 marce
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Pneumatici |
145-13
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Sospensioni anteriori |
indipendenti con barre di torsione
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Sospensioni posteriori |
indipendenti con barre di torsione
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Trazione |
anteriore
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Freni |
a tamburo
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a disco all’avantreno
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Sterzo |
a cremagliera
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Lunghezza mm |
3656
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3668
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Larghezza mm |
1485
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Passo mm |
2450 (destro), 2400 (sinistro)
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Altezza mm |
1530
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1550
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Peso a vuoto kg |
600
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700
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Consumo l/100 km |
5,9
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6,5
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Velocità km/h |
100
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oltre 115
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Accelerazione 0-80 km/h |
23
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14,2
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