Il 22 luglio del 1965 viene spedita a Mosca dalla Francia una Matra-Bonnet Djet V. Destinatario il cosmonauta Yuri Gagarin che, il 12 aprile del 1961, esattamente 60 anni fa, diventa il primo uomo ad essere lanciato nello spazio. Con la coupé sportiva francese l’ingegnere aerospaziale Gagarin si farà immortalare per le strade di Mosca.
Dalla navicella Vostok 1, il razzo che dal cosmodromo di Baikonur partì per lo spazio, alla piccola Matra-Bonnet Djet il salto fu notevole. Gagarin scoprì per la prima volta la coupé francese quando ebbe l’opportunità, durante un viaggio in Europa, di visitare le fabbriche della Matra e della Renault. I dirigenti della piccola Casa francese videro la sua sorpresa e il suo entusiasmo per la loro vettura, la Djet, e decisero di fargliene dono. E così, come testimonia il documento doganale di esportazione firmato da monsieur J.M. Cadillon, direttore commerciale della Matra Sports, con sede a Parigi in boulevard Murat 147 (la fabbrica è a Romorantin), la coupé viene inviata nella ex-Unione Sovietica con destinatario Yuri Gagarin, di professione cosmonauta, come è specificato nel documento.
A Mosca con stupore. Gagarin non si fa sfuggire l’opportunità di compiere un lungo giro per le strade di Mosca, con fotografo al seguito. Possiamo immaginare lo stupore dei sovietici nel vedere il loro eroe nazionale a bordo di questa coupé a loro sconosciuta, simbolo di un Occidente lontano e irraggiungibile per la gran parte della popolazione. Le immagini dell’epoca ce lo mostrano in posa, solitario, con lo sfondo di alcune delle zone monumentali della Capitale, ma anche in un bagno di folla mentre illustra con orgoglio ai cittadini moscoviti le caratteristiche della nuova vettura dell’Europa occidentale.
Motore Renault. Ma scopriamo meglio la Matra-Bonnet Djet, la piccola coupé motorizzata Renault (è lunga 4,2 metri e pesa 615 kg) che conobbe un certo successo negli anni Sessanta e che fu prodotta in appena 1700 esemplari tra il 1962 e il 1968. In particolare, quella donata a Yuri Gagarin, è la Djet V contraddistinta dal numero di telaio 10146. La Djet V viene presentata al Salone di Parigi del 1964 e differisce dal modello precedente per il motore più performante, quello della Renault R8 Major, in grado di spingerla fino a una velocità di 175 km/h. Oltre ad essa c’è anche la versione V S, con motore della R8 Gordini, che è in grado di raggiungere i 195 km/h. La carrozzeria è in vetroresina e il telaio tubolare a trave centrale con motore collocato in posizione longitudinale davanti all’assale posteriore. La cilindrata è di 1108 cm³ con una potenza di 72 CV Sae per la V, che diventano 94 CV Sae sulla versione più potente, la V S. Per accedere al bagagliaio e al motore, collocato sotto un piano rivestito di moquette, si solleva il grande portellone vetrato. Il vano anteriore, invece, ha lo sportello che si apre di lato: qui si trovano il serbatoio del carburante, la batteria e la ruota di scorta. L’interno non è lussuoso, come si conviene a una vera coupé sportiva, con un assetto di guida sdraiato e una strumentazione completa.
Ritorno d’immagine. La Matra trae le sue origini dagli anni Trenta, quando si chiamava Deutch-Bonnet, diventando René Bonnet nel 1962 a seguito della rottura tra i due soci, René Bonnet e Charles Deutch. Due anni dopo è rilevata dalla Matra di Marcel Chassagny et Jean-Luc Lagardère, marchio, tra l’altro, specializzato nelle ricerche spaziali e nella realizzazione di missili. Ciò spiega l’interessa per sponsorizzare Yuri Gagarin con una fiammante Djet, con la conseguente visibilità internazionale. In seguito, Matra correrà in Formula Uno e nel Mondiale Marche, oltre che a Le Mans, al Tour de France e in Formula 2 e 3, dimostrandosi spesso vittoriosa.