Esistono dalla notte dei tempi. Cioè, all’inizio erano teloni di fortuna, poi sono diventate lenzuola di scarto. Qualche volta ci sono stati anche i sacchi di juta, bucati (specie su trattori o piccole utilitarie). Ad ogni modo questa era decisamente la soluzione peggiore. Perché oltre a fabbricare polvere a tradimento, distribuiva generosamente graffi a destra e a manca.
E per finire sono arrivati gli anni delle plastiche, impermeabili dicevano, in realtà era un modo gentile per dire non traspiranti. Morale, trasformavano le macchine coperte in serre adibite alla coltivazione abusiva della ruggine.
Questa, in breve, la storia dei teli per coprire le macchine. Ma c’è un’altra cosa da dire: qualsiasi fosse il tuo gioiello a quattro ruote, una volta coperto la sua carica sexy diventava immediatamente pari a quella della tua portinaia. In bigodini. Per fortuna c’è qualcuno che l’ha capito, e si è inventato Goodwool. Un telo a metà tra il filtro di bellezza da selfie (sai quelli che accentuano i lineamenti, ma nascondono le rughe?) e la copertina che tieni sul divano che fa tanto chic. Somiglianza non casuale visto che i tessuti tecnici sono abbinati proprio alla lana Merino (per questo il progetto è stato realizzato in collaborazione con The Woolmark Company: un nome, una garanzia). Fibra naturale per eccellenza, grazie alle sue proprietà crea intorno alla macchina un ambiente aereo equilibrato, con un’umidità tra il 40 e il 60%. Un paradiso.
Come se non bastasse, poi, funge pure da termoregolatore, evitando così le escursioni termiche che fanno impazzire impianti elettrici e batterie (nel vero senso della parola). Non è un caso che siano diventati i fornitori di Jaguar Classic e quant’altro (e cioè Maserati, Pagani, Bugatti-Rimac, Alfa Romeo, Aston Martin e Hennessey). Personalizzabile oltre ogni immaginazione ha un solo difetto. Non vorrai più toglierlo.
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