Il quinto volume della collana “Guida al Collezionismo – Abarth” è dedicato alla complessa storia della Autobianchi e dell’Innocenti: due marchi ormai scomparsi e parte integrante del vivace scenario industriale che ha caratterizzato gli Anni del Boom.
Autobianchi e Innocenti sono state due importanti realtà lombarde nella produzione di vetture di piccola e media cilindrata. Le due Case hanno reinterpretato il concetto di utilitaria con il plus di una cura costruttiva degne di segmenti ben più elevati.
La vicinanza al capoluogo lombardo è il trait d’union tra le due aziende. Inoltre, per ironia della sorte Autobianchi e Innocenti hanno condiviso anche lo stesso periodo di esistenza, circa 40 anni. La prima venne fondata nel 1955 e vide il sodalizio tra Fiat, Pirelli e Bianchi che rafforzavano così l’asse industriale Torino-Milano. La produzione Autobianchi iniziò nel 1957 con la mitica Bianchina. Innocenti debuttò nel mondo dell’auto tre anni dopo nel 1960 con la “A40”, dopo aver iniziato con la produzione di tubi metallici e, successivamente, con il rivoluzionario scooter “Lambretta”. Dopo essere entrata nell’orbita Fiat nel 1990, la Innocenti, con lo storico impianto di Lambrate (periferia est di Milano), chiuse i battenti nel 1997. L’Autobianchi aveva sede a Desio, nell’attuale provincia di Monza, lasciava il mercato nel 1995 quando il management del Gruppo decise di lasciare alla Lancia il ruolo di marchio “premium” anche nei segmenti più bassi.
Piccole e chic. Il concetto di utilitaria con finiture e dotazioni di classe superiore venne perpetuato da entrambe le Case, ma declinato in maniera differente: un’altra somiglianza che avvicina Autobianchi e Innocenti e per questo motivo la redazione di Ruoteclassiche ha deciso di raccontare questi due brand in un unico volume. Due facce della stessa medaglia che ha visto due realtà impegnate sul fronte delle auto da città e delle compatte, accomunate da una certa ricercatezza estetica, un’eccellente qualità una forte propensione all’innovazione. Il tutto condito con un prezzo competitivo.
Le origini. In tal senso la Casa di Desio giocava “facile”, potendo contare sul formidabile ufficio di progettazione Fiat. Autobianchi ebbe persino la funzione di reparto sperimentale, a partire dalla Primula, con la quale inizia a testare un nuovo layout tecnico, oggi ampiamente diffuso: la trazione anteriore abbinata al motore trasversale con il cambio in linea. Tutto ciò, nel 1964: quattro anni prima della Fiat 128 e ben sette rispetto alla 127.
Innocenti nasceva invece come attiva nell’ambito della produzione di tubi in ferro per ponteggi. L’azienda si è cimentata con successo anche in ambito motociclistico con la Lambretta. Per quanto riguarda il settore auto, la Innocenti siglò un accordo per produzione su licenza di vetture utilitarie e compatte della BMC. La più rappresentativa è sicuramente la Mini, che si differenzia dall’originale per una miglior qualità e dettagli specifici. Peculiarità che vennero esaltate da un efficiente ufficio marketing.
Le auto. Nel quinto volume di Guida al Collezionismo vi presentiamo dieci Autobianchi che ripercorrono quasi 30 anni di storia, dalla Bianchina alla Y10. Altrettante le Innocenti, dalla A40 alla Innocenti Mini De Tomaso Turbo. Per ciascun modello vi indichiamo le versioni consigliate, l’analisi e le tendenze di mercato, i club di riferimento e i segreti del restauro. Ecco quindi le piccole grandi vetture lombarde che hanno segnato la storia del motorismo italiano: dalla Bianchina Trasformabile, la prima auto marchiata Automobianchi, alla A112, una vettura cittadina elegante dall’indole grintosa che ad oltre 50 anni dal suo debutto continua a far parlare di sé nelle competizioni per le storiche. Con loro, la bella spider Innocenti 950 S o ancora le Mini Minor, le Mini 90 e 120, tutti modelli che hanno segnato un’epoca distinguendosi per stile e tecnica.
Ci vediamo in edicola! Nel prossimo volume, con Ruoteclassiche di luglio, vi presenteremo un marchio di grande prestigio: Maserati. Ebbene sì, anche nella produzione della Casa del Tridente si possono trovare modelli interessanti entro la nostra fatidica soglia dei 40.000 euro, “le colonne d’Ercole” di questa collana.
Guida al Collezionismo – Autobianchi e Innocenti è disponibile come allegato di Ruoteclassiche di giugno a soli 5,40 euro in più.