Dell’originale realizzata da Ghia per Enrico Berlinguer era rimasto ben poco: i sedili e qualche altro particolare. Leo Pittoni, profondo conoscitore di “Bianchina”, non si è dato per vinto e, partendo da una normale “Panoramica”, nel 1991 ha fatto risorgere la “Jolly”. Sarà l’auto di famiglia nella sua residenza al mare
“Non è una di quelle originali!”, precisa subito Leo Pittoni, presidente del Classic Club Italia, ex-pilota di rally di rilievo. La sua passione per le “Bianchina” è di vecchia data e da sempre sperava di possedere una “Panoramica Jolly” Ghia, una mosca bianca di cui si è sentito parlare ma che pochi hanno visto.
Un giorno di fine agosto 1988, in Sardegna, il tanto atteso incontro presso un demolitore: è sicuramente una “Bianchina”, deriva da una “Panoramica” tagliata, ma la rifinitura delle saldature delle lamiere e gli stemmini Ghia sui lati chiariscono che si tratta proprio di una “Jolly”, per quanto malconcia e incompleta. Il rottamaio gli racconta che la macchina era della famiglia Berlinguer. Pittoni lascia un acconto con la promessa di tornare al più presto. Ma ai primi di novembre Pittoni scopre che la “Bianchina” è finita con tutti gli altri rottami: il titolare gli restituisce l’acconto e gli regala il poco rimasto della “Jolly” (sedili, telaio del tendalino e altra minutaglia).
Un paio di anni dopo, un anziano dipendente della carrozzeria Ghia racconta a Pittoni la storia di quelle piccole vetture da mare: “Sulla scocca della ‘Panoramica’ ne abbiamo costruite sei, su ordinazione, tra il 1960 e il 1962; una la volle Berlinguer, una la famiglia Visconti, una finì negli Stati Uniti e una fu ordinata da Aristotele Onassis come regalo per un altro armatore greco. Delle altre due non conosco il nome del primo proprietario”.
Pittoni decide così di sacrificare una “Panoramica Decappottabile” del 1962 e di costruirsi l’auto da spiaggia che tanto desidera. Un bravo carrozziere suo amico elimina le porte e il padiglione, rialza e rinforza i brancardi sottoporta, modifica vari dettagli e la “Bianchina Jolly” è servita; come sedili vengono utilizzati quelli rinvenuti dal demolitore sardo, cui un artigiano di Como rifà il rivestimento in vimini, e per il tendalino si scova quello di una “500 Giardiniera Jolly”. Costo dell’operazione 12 milioni di lire, oltre alla “Panoramica”.