Imola Classic ha degnamente concluso una esaltante stagione di Historic Racing, iniziata al Montmelò in quel di Barcellona, in Aprile, e che ci ha portato in giro per tutta Europa, deliziando gli appassionati di motori “veri” di tutto il Continente.
Peter Auto, organizzazione perfetta. L’Organizzatore parigino è stato infatti appena premiato da una prestigiosa giuria giornalistica internazionale per i meriti acquisiti “sul campo” nel corso del 2018. In particolare, il riconoscimento è stato assegnato per il “Motorsport Event of the Year”, ovvero la splendida Le Mans Classic, il loro fiore all’occhiello che quest’anno ha totalizzato ben 135 mila spettatori.
La pioggia non ferma l’entusiasmo. Tornando dalla Sarthe alle rive del Santerno, va detto che solo il meteo non favorevole ha condizionato un po’ l’afflusso di pubblico. Per il resto, le oltre 200 auto da corsa distribuite su 7 griglie hanno dato uno spettacolo di alto profilo, con una colonna sonora degna dei tempi migliori del motorsport.
Selezionatissime. Ci riferiamo al livello generale di competizione, ma anche alla presenza di una selezione di pezzi di pregio, prima fra tutte una Ferrari 512S Long Tail del 1970, auto comparsa anche nel film cult di Steve McQueen. Non è mancata nemmeno la rivale di sempre, una splendida 917K del 1969 in livrea Gulf, ma sono state tante le rarità e le perle: una Howmet TX a turbina del 1968, un’Alfa Romeo T33/3 del 1969, una Jaguar XJR14 Gruppo C del 1991, con contorno di Ferrai 250 GT Drogo del 1963, Alfa Romeo Giulia TZ e Giulietta SZ, Bizzarrini 5300 GT e persino Iso Grifo A3/C.
Dieci gare per tutti i gusti. Ma veniamo alle gare, che nel weekend imolese sono state ben 10, distribuite tra il sabato pomeriggio e la domenica. Nella categoria Classic Endurance Racing – la più importante della Serie e a sua volta suddivisa in due griglie – troviamo spesso schierate le più iconiche vetture del periodo e tradizionalmente vi si sviluppa una battaglia veramente all’ultima staccata. In Griglia 1 si è affermato il nostro Maurizio Bianco sulla sua bellissima Chevron B19 FVC del 1971, partito dalla seconda fila, seguito dalle Lola T 70 MkIII di Van Riet e Devis/O’Connell. In Griglia 2 ha vinto a mani basse lo svizzero Yves Scemama su Toj SC304 del 1976, partito dalla pole. Sul podio con lui Maxime Guenat su Lola T290 e l’italiano Franco Meiners sulla splendida Beta Montecarlo Turbo Martini.
Il Group C Racing non ha deluso le attese. Le due manches sono state combattutissime, con Spice SE90C e Nissan R90 CK partite dalla prima fila. In Gara 1 la Spice di Steve Tandy si è di fatto aggiudicata la manche, seguita dalla coppia terribile Narac/Lecurt su Porsche 962C e dalla seconda Spice di Philippe Scemama. In Gara 2 si è imposto Michael Lyons sulla fiammante Gebhardt C91 seguito dal solito Tandy e dalla coppia France/France sulla giallissima Nissan R90 CK.
Gli altri risultati. Due gare anche per la Greatest’s Trophy che ha visto sempre in pole le due micidiali Porsche 904 di Afschin Fatemi e Carlo Vogele. I due, da manuale, si sono aggiudicati rispettivamente le due manches. Nelle due ore di gara della Sixties’ Endurance il dominio è stato, come da tradizione, delle Shelby Cobra 289, con il primo e secondo posto di Van Riet e France/France. Terza la Jaguar Type E di Guenat/Mahe. Tre Ford Capri nei primi 4 posti della Heritage Touring Cup, con primo Stephen Dance sulla RS 3100 e seconda, infiltrata, la BMW di Christian Traber. Terzi Bryant/Bryant su RS 2600. Per finire la Euro F2 Classic, che pur con uno schieramento limitato, ha goduto di due gare, vinte rispettivamente dagli inglesi David Tomlin su Rondel Motul M1 del 1973 e Martin Stretton su March 712 del 1971.
Appuntamento al prossimo aprile. E ora, tutti a casa. Con un po’ di nostalgia. Anche se il 2019 si avvicina, e ci aspetta l’Espiritu de Montjuic, nel weekend del 5-7 Aprile.