Era uscita illesa da 14 stagioni di gare, finché un meccanico improvvisatosi pilota non la sfasciò completamente. Restaurata con la collaborazione di Rodolfo Salvadori, che era stato collaudatore della piccola Casa costruttrice fiorentina. Motore bialbero di derivazione Fiat, 82 cavalli
Nei suoi primi 14 anni di vita, la nostra Ermini “1100 Sport”, carrozzata da Motto nel 1951, era stata fortunata: pur avendo partecipato a tante gare, ne era sempre uscita illesa.
Ma l’estate del 1965 le fu fatale: l’allora proprietario fece rimettere a posto il motore dal suo meccanico, il quale, portato a termine il lavoro, chiese di poter guidare la macchina in gara. Il proprietario acconsentì ma il meccanico ebbe un incidente piuttosto grave e ridusse l’Ermini un rottame: telaio tubolare piegato e spezzato in più punti, lamiere accartocciate e annerite: il relitto fu abbandonato nell’officina del meccanico-pilota e vi rimase per anni. Qui un collezionista fiorentino, Alessandro Ercoli, trova i resti dell’Ermini nel 1984 e la fa restaurare da cima a fondo.
L’attuale proprietario, Roberto Gabella, di Parma, racconta: “Ercoli si prese una bella gatta da pelare, perché si trattava di un esemplare unico e in pratica non c’era documentazione. Per fortuna lo aiutò Rodolfo Salvadori, che era stato capo officina e collaudatore della Ermini”. Grazie a lui fu possibile stabilire che Ermini costruì nel 1951 due esemplari di “1100 Sport”. Il motore era quello della Fiat “1100” tipo “musetto”; anche cambio e differenziale erano della “1100”, mentre i freni a tamburo erano della “1500” a sei cilindri. Il telaio era costituito da tubi a sezione ovale e la carrozzeria, in pannelli d’alluminio con centinatura di foggia aeronautica, era disegnata e prodotta dalla Motto di Torino. La vettura aveva cercato di contrastare, con discreti risultati, la concorrenza delle Stanguellini e delle Osca.
Secondo il Gabella, l’Ermini “si comporta meglio di molte altre barchette dell’epoca: in curva va via ‘piatta’, risponde subito allo sterzo e mantiene un comportamento sostanzialmente neutro”. Con un peso di 680 kg, l’Ermini è briosa come una motocicletta e rumorosa come un aereo. I piccoli “aeroscreen” proteggono fino all’altezza del mento e senza casco e occhialini non si va lontano.