Il nome riassume il temperamento di una delle Jeep CJ più iconiche. Nata come versione sportiva a tiratura limitata nel 1970, entra poi regolarmente a listino e accompagna questo modello fino alla sua uscita di scena, avvenuta nel 1986.
Se pensate che il nome Renegade sia nato con la Suv compatta presentata dalla Jeep, oggi parte del gruppo Stellantis, nel 2014 siete… fuoristrada. Accompagna infatti la storia della Casa americana da oltre cinquant’anni, precisamente dal 1970, quando l’allora Kaiser Jeep Corporation viene acquisita dall’American Motors Corporation. Un’operazione fortemente voluta dal presidente della AMC, Roy D. Chapin Jr., il quale intende dare nuovo impulso e vigore al marchio. Proprio in quell’anno viene introdotta, sull’onda dell’interesse suscitato dalla 462, primo tentativo di proporre una CJ-5 sportiveggiante, la serie speciale Renegade I, prodotta in numero limitato. La dotazione comprende il motore Dauntless V6 di 3,7 litri da 160 CV (unità di origine Buick e proposto come optional dal 1965), il cambio manuale a tre marce, i cerchi in lamiera verniciati di bianco 15×8, il rollbar e ovviamente le decal sul cofano motore. Il successo è notevole e il lotto di esemplari prodotti è presto esaurito.
Appena 600 esemplari – Nel 1971 si replica con la Renegade II, costruita secondo le fonti più accreditate in 600 unità, così suddivise in base al colore: 200 Mint Green, 200 Baja Yellow e 200 Riverside Orange – Big Bad Orange. L’anno seguente la CJ-5 (Civilian Jeep) beneficia di numerosi aggiornamenti. A partire dai nuovi motori AMC: il sei cilindri in linea di 3802 cc da 101 CV (montato di serie), un altro sei cilindri di 4228 cc da 112 CV e un V8 di 4979 cc da 152 CV, entrambi optional. L’adozione di questi propulsori richiede l’aumento del passo, che impone modifiche sia al cofano sia ai parafanghi anteriori. Incrementate anche la carreggiata anteriore (da 1225 a 1308 mm) e quella posteriore (da 1225 a 1270 mm). Nuovi anche lo sterzo, ora a circolazione di sfere, l’impianto di riscaldamento, la frizione maggiorata e il gruppo di rinvio Dana 20. La Renegade, pur rimanendo una serie limitata, perde la numerazione romana; la dotazione di serie prevede il V8 di 4979 cc (304 cid), il rollbar, il differenziale Trac-Lok, i cerchi in lega American Racing con pneumatici H78x15, la piastra di protezione al serbatoio, amperometro e manometro olio, la panchetta posteriore, i codolini ai passaruota, la palpebra superiore della plancia imbottita, la ruota di scorta fissata posteriormente, le decals ecc. In realtà molti sono accessori a pagamento di fatto obbligatori. Le livree a catalogo sono Renegade Yellow, Orange e Plum.
Regolarmente a listino – L’anno successivo la Renegade rimane pressoché immutata; nel 1974 la Casa decide di avviare la produzione regolare della Renegade, un riconoscimento dell’alto gradimento di questa versione. Nel 1975 il telaio del parabrezza non è più nero, ma viene verniciato in tinta con la carrozzeria; debutta l’allestimento Levi’s, di serie sulla Renegade: comprende rivestimenti in vinile blu o beige (tan) con i bottoni personalizzati, capote coordinata, palpebra della plancia imbottita, alette parasole sempre in tinta e decal laterali col logo dei famosi jeans. Con il model year 1976 l’importante novità riguarda l’introduzione della CJ-7, caratterizzata dal passo notevolmente allungato rispetto alla CJ-5: da 2120 a 2374 mm. Al contempo le CJ beneficiano di un telaio rivisto, più robusto (vi è anche la piastra a protezione di motore e trasmissione) e allargato in corrispondenza del ponte posteriore al fine di migliorare la stabilità. Sulla Renegade il motore V8 diventa optional: di serie è montato il sei cilindri in linea di 3,8 litri (232 cid). Con la CJ-7 debutta l’hardtop in vetroresina con porte metalliche, optional a pagamento e disponibile in nero o bianco. Dal punto di vista meccanico le novità riguardano la possibilità di equipaggiare la CJ-7 con la trasmissione automatica e la trazione integrale Quadra-Trac, quest’ultima disponibile solo fino al 1979. Per il 1977 la sconfinata lista degli accessori si arricchisce dell’aria condizionata e dei freni a disco, disponibili con e senza servofreno. Il telaio finalmente presenta longheroni interamente scatolati. L’anno successivo a richiesta è disponibile il nuovo sei cilindri di 4,2 litri (258 cid), che nella gamma 1979 diviene di serie, andando a sostituire il vecchio “232”.
Addio al V8 – Sempre nel 1979 scompare l’allestimento Levi’s (l’accordo con il noto marchio di jeans non viene rinnovato): rimangono i tessuti e le tonalità, ma le decal e gli iconici bottoni impiegati nei rivestimenti dei sedili sono eliminati. Per il 1980 il motore standard su tutte le CJ è il quattro cilindri di 2,5 litri, mentre a richiesta si può scegliere il sei cilindri in linea di 4,2 litri o il poderoso V8 di 5 litri. Il cambio a quattro marce, prima a richiesta, entra nella dotazione di serie. L’otto cilindri viene tolto dal listino con il model year 1982, anno in cui viene proposto come optional il cambio manuale a cinque marce, non disponibile per la CJ-5 con il sei cilindri. Nel 1983 esce di scena la CJ-5, che per quel model year monta di serie il sei cilindri; per il 1984 debutta un nuovo quattro cilindri di 2,5 litri, standard sulla CJ-7, mentre il sei cilindri 4.200 continua a rimanere optional. La CJ-7 Renegade continuerà fino al 1986, quando la Civilian Jeep verrà sostituita dalla Wrangler, che darà inizio a un capitolo ancora oggi in divenire…