Con le sue linee originali, affiancate da soluzioni meccaniche di prim’ordine, la GS rappresenta indubbiamente un’interessante cinquantenne
Nel secondo dopoguerra la Citroën aveva a listino un solo la Traction Avant. Una vettura lanciata dallo stesso André Citroën nel ’34, che sarebbe rimasta in produzione per altri dieci anni. Nel ‘48 il marchio ampliò la gamma con la 2CV e successivamente, dal 1955, con le ID/DS. A questo punto, però, era necessario introdurre sul mercato una nuova vettura di medie dimensioni, capace di soddisfare un mercato in forte espansione. L’AMI6, lanciata nel ‘61 e risultata per due volte l’auto più venduta di Francia, risolse solo parzialmente il problema.
Quando tutto ebbe inizio. Fu così che Robert Opron, successore di Flaminio Bertoni, fu incaricato di disegnare la carrozzeria di una nuova vettura media, mentre Magès (il padre dell’idropneumatica) si occupò della geometria delle sospensioni, ispirate a quella della DS. Il lavoro filava spedito e già nel 1970 la nuova gamma “G” (da cui GS) era pronta al lancio, debuttando nel marzo di quello stesso anno al Salone dell’Auto di Ginevra, dove la GS 1015 (dai centimetri cubi del motore) fu la vedette dello stand al fianco della grossa coupé SM.
La GS aveva una struttura monoscocca. La carrozzeria sosteneva la meccanica, le sospensioni anteriori e il retrotreno. Non solo, l’auto introduceva la grande idea di Magès per contrastare il beccheggio del veicolo in frenata e accelerazione: i cilindri delle sospensioni anteriori non erano posizionati verticalmente (come su DS e SM) bensì erano inclinati in avanti di alcuni gradi, così da generare un vettore di forza non perpendicolare che si oppone naturalmente all’affondata del veicolo in frenata e alla forza in accelerazione, a tutto vantaggio del comfort dei passeggeri. In altre parole si trattava di una vettura raffinata e interessante, sotto tutti i punti di vista. Motivo per cui, di recente, abbiamo deciso di dedicargli un servizio approfondito, contenente anche le valutazioni effettuate da Quattroruote all’epoca.