Dopo tante illazioni, accese discussioni fra gli appassionati, spiacevoli sospetti (alcuni, va detto, probabilmente messi in giro ad arte), è infine possibile fare chiarezza sulla consistenza e sul destino delle collezioni Fiat e Lancia: le auto alloggiano da qualche mese in un capannone del Gruppo nei pressi di Mirafiori. Chi pensava che l’azienda volesse far cassa, vendendo i pezzi più pregiati, dunque si sbagliava. Certo, la spettacolare rassegna di auto storiche non è aperta al pubblico come invece meriterebbe; però i timori che si volesse alienare sul mercato dei collezionisti un simile tesoro vanno ridimensionati.
Rino Drogo, che della collezione è il responsabile, lo conferma direttamente a Ruoteclassiche: “Non abbiamo intenzione di cedere nulla, come a quanto pare molti hanno voluto far credere. Basti dire che abbiamo da poco terminato il restauro di un’Aurelia B24′. E poi queste auto sono il ‘serbatoio’ per le altre raccolte, come quella del Centro Storico di via Chiabrera e quella, ancor più importante, del rinnovato Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Di sicuro non vogliamo rinunciarci”. All’interno del capannone sono ospitate circa 200 vetture tra Fiat e Lancia (queste ultime “sfrattate” dalla storica sede di via Caraglio).
Tra i pezzi notevoli della collezione, spesso unici, vanno segnalate le auto da rally della Lancia, il primo prototipo della “600” e numerose “one-off” utilizzate per rappresentanza dal management, come la “Gamma” tre volumi di Ghidella e la “130” station wagon di Umberto Agnelli. Ma i pezzi che, se fossero messi all’asta, scatenerebbero la cupidigia di tutti i magnati del collezionismo sono le Lancia “D25” e “D50”, vetture assolutamente originali, di cui è difficile fare una stima. Basti dire che ognuna è stata assicurata per parecchi milioni di euro.
Sulla rivista l’elenco completo dei 73 pezzi della collezione, nella quale sono compresi anche parecchi pezzi unici.