Non è l’Aston Martin di un agente segreto un po’ iellato: il numero indica il telaio di un prototipo allestito per Ginevra, con alcune varianti di carrozzeria e sospensioni indipendenti anche dietro. La revisione della meccanica è costata 4000 euro: come un motore moderno di serie
A Maurizio Barbieri la passione per le macchine imperfette di una volta è stata trasmessa dal padre. Una scelta di vita, che ha portato i Barbieri ad acquistare alcune Osca, tra cui la “1600 GT” del 1962 protagonista del nostro servizio.
“Il bello di questa macchina – precisa Barbieri – è il numero di telaio: 0017, il secondo assemblato dalla carrozzeria Fissore di Savigliano. Fu esposta al Salone di Ginevra del 1962 ed è per questo motivo che l’allestimento è estremamente curato, con interni in pelle anziché in materiale sintetico. Rispetto agli esemplari successivi presenta un cofano bagagli più ampio e una plancia conformata in modo diverso.
Come per tutte le ‘GT’, le sospensioni posteriori sono a ruote indipendenti. Il motore è in versione “GTV” da 125 CV a 7000 giri/min, alimentato da due grossi carburatori Weber DCOE da 42 mm. In alternativa alla “GTV”, la Osca proponeva la “GT 2” con due carburatori Weber DCOE da 38 mm (105 CV) e la “GTS”, proposta solo con carrozzeria Zagato ed equipaggiata con un motore elaborato: testata con doppia accensione, pistoni speciali, valvole di maggior diametro e coppa dell’olio in elektron maggiorata. La potenza era di ben 140 CV.
Il frontale della Osca non risulta caratterizzato da elementi rilevanti, fatta eccezione per i quattro fari, gli stessi della Fiat “1500”. Davanti si sta comodi e si gode di un’ottima visibilità; dietro i posti sono molto sacrificati. Il volante è un classico Nardi con lo stemma Osca – fratelli Maserati al centro, mentre tachimetro e contagiri sono Jaeger. Nel 2005 il motore è stato completamente revisionato, con una spesa di 4000 euro.
Su strada la Osca se la cava egregiamente. Il telaio tubolare e le sospensioni indipendenti si fanno apprezzare su percorsi misti e veloci, che esaltano la tenuta e le reazioni pronte di questa “GT”. I freni a disco sulle quattro ruote assicurano una buona frenata, anche se la mancanza della servoassistenza impone un uso del pedale molto deciso. Il cambio a quattro marce, derivato dalla produzione di serie Fiat, invece non brilla per rapidità.