Mentre i nuovi modelli ibridi e full electric escono a… corrente continua, è interessante riscoprire i pionieri della propulsione silenziosa. Come Opel, che nel 1971 batté diversi record di velocità con la Electro GT.
Non sempre auto classiche e propulsione elettrica costituiscono una contraddizione in termini. Pochi per esempio si ricordano che la prima vettura da record ad abbattere il muro dei cento chilometri orari nel remoto 1899 era spinta da due motori elettrici. Si chiamava Jamais Contente, mai contenta, costruita e pilotata dal belga Camille Jenatzy. I pionieri dell’elettrico sono una storia interessante da riscoprire e Opel vi appartiene a pieno titolo. Nel 1971, Georg von Opel, pronipote del fondatore dell’azienda, all’Hockenheimring batté sei record mondiali per veicoli elettrici al volante della Opel Electro GT a 188 km/h.
Elettrizzante. D’altra parte, cosa ci si poteva aspettare da un’auto con il logo del fulmine sulle fiancate? Anche la Electro GT montava due motori elettrici, forniti da Bosch, che producevano 88 kW/120 cv. L’energia era fornita da un’imponente batteria Varta da 590 chilogrammi al nickel-cadmio piazzata dietro il sedile del pilota. Tutte le prese d’aria furono sigillate per aumentare l’aerodinamica. Per raffreddare i motori elettrici e venne installata una ventola supplementare, mentre Continental aveva pensato agli pneumatici. Alla velocità costante di 100 km/h, il mezzo sperimentale aveva un’autonomia di appena 44 chilometri, ma fu un inizio. La Electro GT era il risultato del programma elettrico interno inaugurato tre anni prima. Già nel 1968 era stato introdotto con la Kadett B Stir-Lec I il “dispositivo di estensione dell’autonomia” che nel 2010 avrebbe trovato applicazione nella produzione di serie con la Opel Ampera, commercializzata negli Stati Uniti dalla Chevrolet con l’appropriato nome Volt. Il modello sperimentale Stir-Lec montava 14 batterie al piombo acido, costantemente ricaricate da un piccolo motore a combustione Stirling posizionato nella parte posteriore.
Le Impuls danno la scossa. Un passo avanti nel programma elettrico Opel fu compiuto dalla Impuls negli anni Novanta. La Impuls I era basata sulla Kadett e montava un motore elettrico a corrente continua da 16 kW, alimentato da un pacco di batterie al nickel-cadmio con elettrolita liquido. Aveva autonomia di circa 80 km e raggiungeva la velocità massima di 100 km/h. Un anno più tardi arrivò la Impuls II, allestita intorno alla Astra station wagon. Utilizzava 32 batterie stavolta al piombo-acido che azionavano due motori asincroni trifase, per un totale di circa 45 kW/61 CV. Dal 1993 al 1997 Opel portò avanti il primo programma di test di veicoli elettrici su larga scala con la nuova Impuls III. Una flotta di dieci Impuls III fu collaudata sull’isola tedesca di Rügen dove percorsero in totale più di 300mila chilometri. Cinque vetture montavano batterie al nickel-cadmio (45 kW/61 CV), altre cinque utilizzavano batterie ad alta energia al sodio/cloruri di nickel (42 kW/57 CV). Diverse le batterie identico il motore asincrono trifase montato su tutte e dieci le Impuls.
Elettrico da città. Nel frattempo, nel 1992 era stata presentata la concept Opel Twin con doppia alimentazione. Il motore benzina tre cilindri da 0,8 litri generava 25 kW/34 CV per la guida in autostrada, mentre l’unità elettrica con due motori da 10 kW/14 CV collocati sui mozzi delle ruote entrava in gioco nella guida urbana e sulle brevi distanze. Il posto guida della Opel Twin era centrale, mentre la seconda fila poteva accogliere tre passeggeri. Nel 1995 Opel portò la mobilità elettrica nel settore dei veicoli commerciali con il concept van Combo Plus, che montava due batterie ad alta energia al sodio/cloruri di nickel che funzionavano insieme al motore asincrono trifase da 45 kW. Al giro di boa del millennio, la Opel ha intensificato il proprio programma di alimentazioni alternative dedicando sempre più attenzione e budget all’ibrido e all’idrogeno. I programmi della Opel prevedono che nel 2024 tutta la gamma Opel sarà elettrificata. Un punto d’arrivo che dimostra quanto avesse visto lontano Georg Von Opel mezzo secolo fa, ben oltre la crisi energetica della metà dei Settanta. Purtroppo non potè assistervi. Il costruttore, pilota e atleta tedesco fu stroncato da un infarto mentre era al volante nell’agosto del 1971, a 59 anni, poche settimane dopo i record della Electro GT.