Va di moda postare sui social le auto classiche in sosta davanti a strutture architettoniche. È quanto si deduce osservando gli oltre 248.000 post e foto di classiche e youngtimer caricate su Instagram, il social network fotografico, sotto ashtag come “soloparking”. Auto di diverse epoche fotografate preferibilmente di profilo sullo sfondo di tipiche case londinesi piuttosto che americane o di altre città italiane.
Nel volgere di pochi clic si passa da versioni speciali del pulmino Volkswagen Bulli a San Francisco a Fiat 131 in Turchia; classiche un filo trascurate come la Porsche 968 perfettamente ambientata in Germania o classiche di domani come la Mini Cooper S di primi anni 2000 inserita in un contesto architettonico inglese. Tutte con la stessa impostazione.
Tutto questo fa pensare, andando a ritroso nel tempo, alle prospettive immaginate da un architetto come Le Corbusier fautore della integrazione auto e città. Come dire: cambiano i media e gli strumenti, al posto delle riviste di architettura ci sono i social e al posto di carta e macchina fotografica ci sono connessioni e smartphone, ma le auto sono sempre presenti.
E per ironia della sorte, mentre si parla di auto condivise, elettriche e di mobilità slegata dal veicolo privato, le vecchie e fascinose auto diventano icone digitali di design e architettura urbana sui social.
Luca Pezzoni