La seconda metà degli anni 80 per il mondo dell’automobile sembra voler scolpire la forma-automobile seguendo nuove direzioni, come se i designer e i centri stile dei principali marchi si sentissero liberati dalle vecchie certezze per correre a esplorare rotondità perse ormai dalla fine degli anni 60. Il futuro viene immaginato ancora tecnologico, aerodinamico, ma meno aggressivo e appuntito: c’è chi si permette di scherzare, più o meno inconsapevolmente (Porsche e Ferrari), chi anticipa camuffandolo abilmente, quello che ormai è il presente (Mazda) e il design italiano continua a fare scuola. C’è forse meno voglia di stupire, in controtendenza con l’edonismo consumistico che sta raggiungendo i propri vertici, ma ai Saloni c’è ancora da rimanere a bocca aperta.