Il 1990 segna l’inizio dell’era moderna per le kei car, ovvero quella dei motori da 660 cm3, tuttora in uso, con limite di potenza fissato a 64 CV e di velocità a 140 km/h. Anche la lunghezza aumenta di un centimetro e, così come accade per il mercato automobilistico tradizionale, i Costruttori giapponesi scatenano la loro creatività con vari modelli spiccatamente sportivi che hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo degli appassionati. Quasi quanto le supercar che in quegli anni vengono sfornate senza sosta da Honda, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Subaru, Toyota, e come loro improntate al puro divertimento. Un cambio di paradigma che comunque non va a toccare le esigenze del mercato reale, ovvero le kei car “normali”: a nuove generazioni di modelli di grande successo si aggiungono quindi nuove proposte, furgoni, monovolume, ma anche le immancabili versioni pepate.