Nella sede dell’Heritage Hub Stellantis di Torino, in via Plava 80, è visitabile dal 21 novembre, e lo rimarrà fino al 18 gennaio 2026, la mostra “L’Italia che piace: benvenuti nella casa di Fiat 500”. Si tratta di un omaggio alla piccola Fiat, in occasione del lancio della nuova versione Hybrid Torino, che ha contribuito in maniera determinante alla motorizzazione dell’Italia, poco dopo la 600.
Dalle origini ai giorni nostri
Esposti dieci modelli – non tutte le versioni, ma le più significative – dalla 500 N degli esordi alla nuovissima Hybrid Torino, così chiamata perché prodotta nel capoluogo piemontese. Fra i due estremi temporali, si possono ammirare la versione Abarth del 1958, che conquistò sei record internazionali di velocità e di durata, la 500 Giardiniera, qui esposta nella successiva variante marchiata Autobianchi, che grazie al motore orizzontale “a sogliola” garantiva buone capacità di carico, la 500 L, la più vezzosa della stirpe, e la 500 R, ultima serie prodotta fino al 1975 e dotata del motore della 126. Seguono la Trepiùno del 2004, concept car che ha prefigurato la riedizione della 500 lanciata nel 2007, anch’essa presente, poi la Abarth del 2008 e la 500e del 2020, prima versione elettrica. Ogni modello dalla 500 N in qua è ambientato in una scenografia che riproduce una stanza di una casa italiana, così come poteva apparire negli anni di quella versione, con le suppellettili del tempo: si passa così dalla radio a valvole e dai telefoni a muro ai televisori a comando manuale e ai mobili lineari degli anni 70, fino ad arrivare agli schermi piatti e ai computer dei giorni nostri.
Le “speciali”
Guida d’eccezione durante la nostra visita è stato Roberto Giolito, Head of Stellantis Heritage e ideatore della rinnovata 500 del 2007, che ha sottolineato come “ci sono auto che passano alla storia per le loro innovazioni tecniche o stilistiche e altre per quanto hanno rappresentato nella quotidianità di un determinato Paese in un preciso periodo storico. Poche riescono a unire entrambi gli aspetti, ovvero tecnica e sentimento, e quando ciò avviene siamo di fronte a capolavori essenziali nella storia dell’industria. Uno di questi è certamente la Fiat 500, che non è mai passata di moda e che ha saputo evolversi conservando i suoi tratti inconfondibili”. La 500 N di fine 1957 rappresenta la prima evoluzione del modello originario, con potenza portata da 13,5 a 15 CV, vetri discendenti, deflettori bloccabili, cromature e coppe ruota. La versione Abarth del 1958 arriva invece a circa 26 CV per oltre 120 orari di punta e, grazie alle sue prestazioni, fa calare finalmente lo scetticismo del pubblico, che all’inizio non aveva apprezzato granché la 500, troppo piccola, economica e lenta, con due soli posti, e messa quindi in ombra dalla 600. La Giardiniera, a marchio Fiat dal 1960 al 1968 e Autobianchi dal 1968 al 1977, è l’erede ideale della 500 C Belvedere. La 500 L, invece, vanta un abitacolo più rifinito, con uno strumento comprendente anche il livello della benzina, sedili reclinabili e tasche sulle porte. Si riconosce subito per i paraurti tubolari supplementari. La 500 R, infine, ha un bicilindrico di 594 cm3 derivato dalla 126, ha 18 CV e tocca i 100 all’ora. Viene prodotta a Termini Imerese fino al 1975, in oltre 168.000 esemplari.