“Noi non siamo in grado di fare una macchina così” ammise Rudolf Uhlenhaut, padre della “300 SL”, quando al Salone di Francoforte del 1955 vide la vettura della concorrenza. Ispirata da Max Hoffman, importatore americano di automobili europee di lusso, e disegnata dal conte Goertz, questa roadster è un capolavoro di stile.
La BMW “507” fece le sua prima apparizione al Salone di Francoforte del 22 settembre 1955: quella roadster a due posti con hardtop, bassa, larga e con uno smisurato cofano lungo oltre due metri si trasformò nell’avvenimento-chiave della rassegna espositiva tedesca.
Mentre le altre fabbriche tedesche avevano ripreso l’attività produttiva abbastanza rapidamente dopo la fine della guerra, la BMW presentò solo nel 1951 la berlina “501”, la cui produzione prese avvio alla fine del 1952. Nel 1954 la Casa di Monaco debuttò al Salone di Ginevra con un nuovo motore V8 di 2,6 litri che andò a equipaggiare la versione più potente della “501” (95 CV) e la sua edizione di lusso “502” (100 CV). Con l’aiuto di un centro esterno di ricerca e sviluppo, la BMW diede poi il via al progetto di una nuova automobile scoperta, sigla interna “528”: carrozzeria in lega leggera affidata allo specialista Baur di Stoccarda, motore V8 di 2,6 litri e cambio a 5 marce ZF. Dopo i primi giri del prototipo sulla pista dell’Eifel, il responso complessivo risultò deludente a causa dell’incerta tenuta di strada e della modesta accelerazione: si deliberò così di portare il motore a 3,2 litri.
A questo punto del progetto entrò in scena Max Hoffman, primo importatore americano di auto dall’Europa, il quale, dopo aver lanciato negli Usa le Mercedes “190 SL” e “300 SL”, mostrò interesse per una possibile concorrente BMW. Ma Hoffman decretò che la linea della “528” non avrebbe mai riscosso successo presso il pubblico d’Oltreoceano e si incontrò quindi con Albrecht Goertz, un conte tedesco che svolgeva a New York l’attività di industrial designer, suggerendogli di inviare alla BMW qualche schizzo di auto sportiva interpretata secondo il gusto degli utenti americani: nacque così la “507”.
Al volante della “507” si apprezza l’alto livello di esecuzione dell’allestimento interno, la leggibilità degli strumenti, la manovrabilità del cambio e l’impeccabile visibilità. Il motore V8 da 3,2 litri è pronto all’accelerazione, la tenuta di strada è apprezzabile e i freni a tamburo sono efficaci, ma sensibili al surriscaldamento. La “507” è una superba granturismo, veloce e confortevole, da condurre a medie elevate in serenità quasi assoluta.