Uno degli esempi più cristallini della maestria di Bruno Sacco è la Mercedes-Benz coupé della serie C124 e, tra i vari propulsori con i quali è stata equipaggiata, un posto d’onore spetta sicuramente al sei cilindri in linea da 2.962 cm3, a 24 valvole, da 231 CV (220 in presenza del catalizzatore), introdotto nell’autunno del 1989 e che dà vita alla 300 CE-24.
Più aerodinamica. Affiancata successivamente anche dalla 200 CE – quest’ultima destinata esclusivamente all’esportazione in Italia per i noti motivi fiscali – la potente coupé tedesca riprendeva quasi del tutto il fortunato design della berlina, con alcuni sapienti tocchi, come il passo ridotto e la lunghezza complessivamente inferiore di 85 mm, ma soprattutto parabrezza e lunotto più inclinati, modifica che, tra l’altro, migliorava il già ottimo Cx. Un’altra caratteristica estetica distintiva era la zona dei fascioni paraurti di plastica, che avvolgevano la parte inferiore dell’auto, disponibili sia in colore carrozzeria sia a contrasto.
Automatico sportivo. Dal punto di vista meccanico, come tutte le CE, viene ricalcato lo schema della berlina, quindi sospensioni indipendenti con singoli bracci oscillanti all’avantreno e indipendenti multilink al posteriore, mentre quattro freni a disco con ABS provvedevano a rallentare la massa di 1.480 kg. Di serie c’era un cambio manuale a cinque marce, ma in opzione si poteva avere un automatico a quattro, oppure l’avanzato cinque marce dalla connotazione più sportiva, per valorizzare la coppia del 6 cilindri che poteva spingere la 300 CE-24 a 237 km/h, coprendo lo 0 a 100 km/h in 7,9 secondi.
Lussuosa, ma gli optional… Coerente con la sua natura di confortevole e lussuosa quattro posti, la dotazione di bordo comprendeva volante e pomello del cambio rivestiti di pelle, inserti di legno di noce e luci di cortesia nelle portiere. Non mancavano cerchi di lega dal disegno specifico con pneumatici 195/65R15, unico elemento distintivo della 300 CE-24, oltre ai doppi terminali di scarico e alla targhetta sul baule. Vetri elettrici e servosterzo erano di serie, ma com’era comune al tempo per le Mercedes, tutto il resto era optional, dall’aria condizionata ai sedili rivestiti di pelle, mentre, ripreso dalle sorelle maggiori SEC, il dispositivo di aggancio delle cinture di sicurezza scorreva in avanti “porgendo” la cintura non appena il conducente o il passeggero anteriore prendevano posto.
Eleganza ancora attuale. Con il pacchetto Sportline si ottenevano sospensioni ribassate (23 mm) e più rigide, pneumatici 205/60/15 e un volante dal diametro ridotto di un cm, ma sempre tutt’altro che sportivo, mentre dal marzo 1992 diventano disponibili in opzione i cerchi di lega a otto fori. Meno di un anno e la 300 CE-24 viene sostituita dalla 320 CE con motore portato a 3.2 litri e fasatura variabile delle valvole di aspirazione. Prodotte nell’arco di soli 3 anni, dal 1989 al 1992, in 24.463 unità, non si possono definire vetture rare: certo è che, con valutazioni sui 15 mila euro, per un esemplare in buone condizioni, le CE si fanno notare per stile ed eleganza, soprattutto nelle colorazioni scure. E non è cosa da poco.