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Mercedes W201, le versioni sportive fanno sognare

Accendiamo i riflettori sulle Mercedes 190E sportive, dalla brillante 2.3 16v alla velocissima 2.5 16v Evolution 2

Al Salone di Francoforte del 1983 la gamma della Mercedes 190 W201 si amplia in due direzioni opposte: il nuovo modello della Stella disegnato da Bruno Sacco ha le più serie intenzioni di creare il vuoto intorno in un segmento, berline di classe media Premium, in cui la competizione si sta facendo sempre più forte (Audi 80 e BMW Serie 3 E30 rendono il confronto molto acceso).

Non passa inosservata. La Casa di Stoccarda movimenta la situazione con due nuove versioni: da un lato la 190d con un due litri aspirato da 72 Cv. Dall’altro la 190 E 2.3 16v, la prima declinazione sportiva di questo modello. La prima W201 sportiva si riconosce per la marcata elaborazione estetica, decisamente insolita per una Mercedes, abituata a conquistare per il suo contegno ed eleganza teutonica. La 2.3 16v esibisce assetto ribassato, scudo frontale con vistoso spoiler, fiancate con minigonne, cerchi maggiorati e coda più vistosa con spoiler sopra il baule. Il pezzo forte è il motore M102 con testata bialbero e 16 valvole rinvigorito fino a 185 Cv (170 con catalizzatore) che portano la punta velocistica a 230 km/h.

Appena nata è già da record. A poche settimane dal debutto di Francoforte la 2.3 16v conquista un’importante serie di record sull’anello di alta velocità di Nardò: in poco più di duecento ore, sempre alla velocità massima – quasi 250 di media –  tre esemplari identici stabiliscono alcuni record di durata sfruttando all’inverosimile il propulsore. Che, nonostante l’utilizzo gravoso, non perde un colpo. Tra i primati conquistati quelli sui 25.000, 50.000 km e 25.000 miglia.

Crescono cilindrata e potenza. Nel 1988, nell’ambito del programma di sviluppo della gamma prodotto e in vista del ritorno alle competizioni dopo una lunga, la 2.3 si aggiorna a 2,5 litri. La potenza sale a quota 195 cavalli con catalizzatore e la velocità cresce a 234 km/h. A disposizione un AMG Power Pack che porta i cavalli a 225, per una punta massima di 236 km/h.

Quasi un’auto da corsa. Il Salone di Ginevra del 1989, proprio nell’ambito del ritorno alle gare, nello specifico DTM, fa da palcoscenico alla nuova 190 E 2.5 16v Evolution. Monta il nuovo motore M 102 E 25/2 con corsa corta: eroga 195 CV e 235 Nm di coppia. La macchina presenta molte similitudini con il modello da corsa: le modifiche estetiche sono ancora più rilevanti (profondo spoiler anteriore, ammortizzatori più sportivi, assetto ribassato, cerchi da 16”, passaruota allargati, impianto freni potenziato con dischi anteriori da 300 mm e minigonne lungo tutto il perimetro della carrozzeria). Ne vengono costruite 502, tutte in colore blu scuro metallizzato, numero minimo per ottenere l’omologazione in Gruppo A.

Per chi non si accontenta. Nel 1989 ecco l’ultimo upgrade: arriva la Evolution 2, un animale da 235 Cv, 0-100 in 7”1, 250 km/h. Anche in questo caso, sono soltanto 502 gli esemplari costruiti. Il debutto in gara, al Nurburgring, risale al 1990. Due anni più tardi, la vittoria del DTM con Klaus Ludwig.

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