Negli anni 80 le famiglie italiane sono numerose e serve spazio: per le esigenze di tutti i giorni, in casa Alfa Romeo, c’è la 33 Giardinetta, che ha preso il posto dell’Alfasud. Poi, nell’aprile 1988, con il restyling, prima del cambio di generazione, la media del Biscione diventa Sport Wagon, anche 1.7 Quadrifoglio Verde: un termine che ritroveremo spesso in futuro, in casa Alfa.
Gradita dal pubblico. Capiente e dinamica allo stesso tempo, la 33 familiare è stata un’auto dal buon successo, che non deludeva per il rapporto qualità/prezzo: una versione, poi, la Sport Wagon, che ha fatto la sua parte, contribuendo a rendere la 33 il secondo modello più venduto della casa di Arese, sfiorando il milione di esemplari.
Prime impressioni. Dalle foto del prototipo dell’Alfa 33 della Laudoracing-models – che sarà sottoposto ancora a qualche modifica prima di entrare in produzione – possiamo già notare come ben raffiguri l’auto vera. La linea di Pininfarina è inconfondibile e le ampie vetrature rendono gli interni molto luminosi, anche in scala 1:18. Interessante l’applicazione dei deflettori (i famosi “antiturbo”) sui cristalli laterali anteriori, ben realizzati, come i cerchi e il telo coprivano bagagli.
Valutazione. Raro che un brand investa in un soggetto station wagon, motivo in più per inserire questa 33 1.7 familiare in collezione, al prezzo – equo per un modello come questo – di 117,80 euro. La scelta dei colori è ampia: rosso, bianco, con due tonalità di grigio e una produzione di 350 pezzi per tonalità in edizione limitata e numerata. Il prototipo che vedete in foto, come detto, sarà sottoposto ancora ad alcune modifiche, aspettiamo l’uscita per offrirvi la recensione completa.
Curiosità. Nel 1986 alcune Alfa 33 SW (versione 4×4) presero parte alla Parigi Dakar, non sappiamo dove siano oggi, tranne una che da 38 anni affiora tra le sabbie del Sahara abbandonata dall’equipaggio dopo un guasto e un successivo incendio.