Valutiamo le prime immagini del prototipo in scala 1:18 della Fiat 124 Sport Spider del 1968, già prenotabile (il prezzo di questa “classica” in resina è di 116,90 euro), ma che sarà disponibile solo a partire da ottobre. Ricordiamo che l’auto vera nasce nel 1966, dalle sapienti mani del designer Tom Tjaarda, nell’atelier di Pininfarina. I colori della carrozzeria, che facevano bella mostra di sé all’epoca sulle strade delle maggiori località balneari d’Italia, saranno tutti disponibili nella riproduzione: rosso, ocra, celeste, verde, bianco.
Esterni. Il modello ha linea corretta, che si può ammirare sia scoperta sia con capote (nera per tutte le versioni), grazie alla disponibilità del particolare nella dotazione della confezione. Molte le parti cromate, come borchie, paraurti, calandra e altre ancora, che risaltano su ogni colore. Particolarmente ben realizzati, poi, i gruppi ottici anteriori, con tanto di righe di rifrazione classiche dell’epoca.
Sezione gomme. Abituati alle misure di oggi, vedere pneumatici così stretti in rapporto alla larghezza dell’auto può sembrare un errore, ma controllando le misure originali, e riportandole in scala, la proporzione risulta effettivamente simile a quella reale. Anche il disegno del battistrada e della spalla degli pneumatici sono soddisfacenti.
Interni. La difficoltà d’esame nel caso di un’auto convertibile è data dall’abitacolo: essendo tutto a vista, ogni singolo dettaglio dev’essere preciso, ne va della soddisfazione del cliente. Cominciamo dai pannelli porta, che mostrano maniglia e manovella alzavetro ben curate, entrambe proporzionate rispetto all’alloggiamento. I sedili offrono la trama “geometrica” riprodotta nell’auto reale e sono realistici nella forma. La strumentazione riporta buone grafiche, come pure è ben realizzato il volante. L’effetto legno lo trovo leggermente più chiaro nel confronto con la macchina vera: potrebbe essere l’effetto delle foto, in ogni caso essendo questo un prototipo soggetto a continue modifiche, sarà attentamente esaminato, e, in caso, corretto, prima della produzione finale.
Dettagli. Nell’osservazione più attenta dei particolari mi ha colpito la buona realizzazione delle alette parasole e del portacenere (che si chiudeva con uno sportellino metallico), posto al centro del tunnel, subito sotto al cambio. Un’auto, quella vera, che poteva offrirti belle emozioni, sia quando si premeva a fondo l’acceleratore sia da fermi, quando, abbassando il sedile per ammirare le stelle, la radio passava Lucio Battisti e tutto quello che ti serviva stava in meno di quattro metri.
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