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Modellismo: Peugeot 205 GTI 1.6, icona anni 80

Siamo a metà degli anni 80, e mai come in quel periodo le Case si sfidano a colpi di versioni estreme delle proprie compatte: dalla Fiat Uno Turbo, alla Renault Supercinque GT turbo, con, un gradino sopra, la regina Volkswagen Golf GTI. Alle quali seguono altri “missili” ultraleggeri, tutti “nervosetti” da gestire alla guida. La Peugeot prende parte alla battaglia presentando nel 1984 la 205 GTI 1.6, un’auto che, a differenza delle rivali dirette, avrà anche una luminosa carriera sportiva nei rally Gruppo B, con il prototipo a trazione integrale 205 Turbo 16, e nei grandi raid, dove vincerà due Parigi Dakar.

Prime impressioni. Ma torniamo al modello che esaminiamo oggi: la 205 GTI 1.6 del 1988 (dopo il primo restyling), proposto in scala 1:18 dalla Norev, storica azienda francese. La vettura è di metallo e viene presentata nella classica confezione “finestrata”, attraverso la quale si intravvede la linea di questa grintosa e riuscita due volumi.

Analisi. Questa 205 GTI ricorda le Burago della nostra infanzia. I più nostalgici, infatti, troveranno varie analogie, non solo per il metallo e le plastiche, ma anche per dettagli come il cofano e le portiere apribili: elementi indispensabili per alcuni collezionisti. Le forme sono corrette così come i loghi e i fregi. La carrozzeria è metallizzata, con verniciatura uniforme: poi, aprendo il cofano, il motore 1.6 ha un bell’aspetto, con il grande convogliatore dell’aria in primo piano. All’interno, buona la riproduzione della trama a righe dei rivestimenti dei sedili. E poi, cruscotto proporzionato e strumentazione ben visibile completano l’opera.

Valutazione. Per essere un modello apribile in commercio a meno di 70 euro, la 205 GTI della Norev offre un grado di fedeltà valido per essere inserito in una “scuderia” modellistica; forse, meglio esporla con cofano aperto e motore in vista.

Curiosità. La targa, rigorosamente francese, riporta sul lato il numero 49. Affascinante pensare che l’auto vera abbia sfrecciato tra i castelli della Loira. A differenza dell’Italia, in cui la provincia era abbreviata a due lettere (tranne il caso di Roma) la Francia continentale adottò un sistema numerico (anche per le auto) diviso in 95 “codici dipartimentali”, che definiscono altrettante zone.

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