Diversificare l’esposizione, raggiunto un certo numero di modelli, potrebbe diventare necessario per evitare l’effetto “parcheggio in un centro commerciale”. L’ideale sarebbe creare un diorama, non tutti però hanno padronanze modellistiche tali da poter fare un buon lavoro in questo senso. Ma con un po’ di fantasia e un foglio di carta si possono creare delle ottime opere. Vediamo come.
Il soggetto. Abbiamo preso come “attrici” una Citroën DS bianca e una Jaguar E Type nera in scala 1:43, l’accoppiata antagonista nel fumetto Diabolik, creato dalle sorelle Giussani. Auto che in migliaia di storie negli anni si sono inseguite per molti chilometri. Abbiamo voluto così creare una “pagina”, sulla quale posizionare i modellini.
Prima il fondo. Inizialmente abbiamo disegnato un tratto di strada, un incrocio in cui, svoltando, avremmo seminato l’inseguitore. Poi, sono state create le linee della segnaletica orizzontale, come le strisce pedonali, le linee di arresto e quelle di mezzeria, oltre a una vegetazione stilizzata e al marciapiede, come contorno. Terminata la “scenografia”, sono stati sistemati i modelli in varie posizioni, fino a trovare la miglior collocazione per entrambi.
“Muovere” le macchine. Una volta deciso, abbiamo lavorato sulla “dinamicità”, un passaggio chiave per rendere il tutto artisticamente comprensibile. Attorno all’auto ci sono infatti dei tratti sul foglio che aiutano a capire il senso di movimento della scena: qualche segno di frenata e del fumo, sempre disegnato, sulla nostra strada, il tutto “sottotitolato” dal rombo del motore, per creare la più classica delle descrizioni fumettistiche: la scritta “Vrooom”, semicancellata dai segni degli pneumatici lasciati in curva.
Un punto di colore. Tutto è realizzato in bianco e nero, come lo sono pure le auto, due modellini di Citroën DS 19 della Rio e Jaguar E Type della Best Model, che si prestano in maniera perfetta allo scopo: e la scritta “Vrooom” è l’unico tratto a colori. Il nostro diorama è così completato: nella gallery, potrete trovare varie inquadrature, più alcuni scatti del “backstage”.