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Nordiche da viaggio: Saab 9-3 2.8 V6 Turbo, un finale senz’anima

Quando la Saab presenta la seconda generazione della 9-3 al Salone dell’automobile di Detroit del 2002, sta già navigando in cattive acque e la sua gamma non sta raccogliendo lo stesso successo di un tempo. L’acquisizione subita da General Motors si sta rivelando deleteria e le peculiarità che avevano reso il marchio svedese il simbolo di un approccio alternativo a design e scelte tecniche – con quell’appeal che le derivava dalle origini aeronautiche – si stanno ormai diluendo in modelli senz’anima. Basti dire che viene abbandonata la carrozzeria “Combi Coupé”, ovvero quella dominata dal portellone posteriore, praticamente il simbolo stesso delle Saab, a favore di un’anonima tre volumi quattro porte e di una – a dire il vero piacevole – versione station wagon, denominata SportHatch. Fortunatamente sopravvive la versione scoperta, pur se ormai lontana parente della mitica 900 turbo cabriolet.

La gamma dei propulsori. I motori sono i ben conosciuti 2.0 turbo benzina 16 valvole in tre livelli di potenza (150, 175, e 210 CV) anche se curiosamente viene denominato 1.8 t quello che in realtà è il 2.0 turbo meno potente. Ma è nel 2006 che viene introdotta l’unica versione che, almeno nei numeri, fa ritornare il nome Saab nei radar dei clienti in cerca di auto ancora capaci di emozionare. Sotto al cofano viene posizionato un 6 cilindri a V di 60° di produzione General Motors, assemblato in Australia dalla Holden ma – assicurano in Saab – con l’intervento degli ingegneri scandinavi per quanto riguarda la sua sovralimentazione. Collocato in posizione trasversale e abbinato ad un cambio automatico o manuale a 5 marce, sviluppa 250 CV che permettono di raggiungere i 245 km/h e coprire lo 0-100 in 7,3 secondi.

Anteriore e integrale. La trazione inizialmente è solo anteriore, ma nel 2008, in occasione di un restyling che prende ispirazione dal concept Aero-X presentato al Salone dell’automobile di Ginevra del 2006, viene introdotta la trazione integrale XWD e il V6 guadagna 30 cavalli raggiungendo l’apice per quanto riguarda i motori di serie per Saab. La velocità massima cambia di poco (250 km/h) ma lo 0-100 scende a 6,2 secondi e addirittura 5,7 per la Turbo X, ovvero la versione a quattro ruote motrici realizzata in una serie limitata, cambio a 6 marce, assetto e freni specifici e vernice speciale Jet Black Metallic.

Uscita di scena. All’esterno, spiccano i fari con tecnologia Led e i gruppi ottici posteriori dal caratteristico color ghiaccio, mentre viene mantenuto il sistema di sterzata integrale passivo ReAxs presente sin dagli esordi, una delle caratteristiche peculiari della seconda generazione della 9-3: grazie a un braccio oscillante che collega le ruote posteriori, queste ruotano nella stessa direzione di quelle anteriori, migliorando l’agilità in curva. La 9-3 2.8 V6 Turbo esce di scena dopo pochissimo, nel 2010, quando ormai Saab è in bancarotta e nonostante i tentativi di mantenere in vita un marchio importante per la storia dell’automobile, cala il sipario, senza che la Saab più potente di sempre sia riuscita a lasciare il segno.

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Tags: Saab 9-3
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